Teresa Bellanova ha seppellito Conte? Il sondaggio sulla sanatoria degli immigrati: plebiscito bulgaro contro il governo
Agricoltori infuriati, braccianti inferociti, italiani scontenti e anche la ministra Teresa Bellanova in lacrime. Non si riesce ancora a trovare qualcuno cui la grande sanatoria di clandestini voluta dal governo Conte non provochi una certa tristezza.
Prima abbiamo ascoltato le lamentele dei coltivatori, convinti che il provvedimento non servirà affatto a trovare nuova manodopera per salvare i raccolti («Tempi lunghi e troppa burocrazia: per regolarizzare gli stranieri servono mesi, ma a noi servirebbe personale, adesso» continua a ripetere Coldiretti senza trovare risposta).
Ora invece sono i lavoratori della terra a lamentarsi e a proclamare lo stato d’ agitazione. Secondo Aboubakar Soumahoro, contadino e sindacalista Usb, le condizioni dei suoi colleghi sono destinate a peggiorare nonostante il benevolo intervento di Palazzo Chigi. «Contestiamo il fatto che il permesso di soggiorno sia subordinato ad un contratto di lavoro», ha spiegato l’ attivista africano in un video circolato in queste ore sui social network. Detto in altre parole, con le nuove norme gli imprenditori scorretti – che non mancano in questo settore – potrebbero approfittarne per imporre paghe, orari, turni e condizioni lontani anni luce da quanto previsto nei contratti nazionali. E la manovalanza straniera sarà costretta ad accettare di tutto pur di non perdere la possibilità di rimanere in Italia. Una bella fregatura. Così ora parte la rivolta: sciopero.
Delusione – «Noi braccianti siamo delusi dalle misure del decreto», continua Soumahoro, «non raccoglieremo la frutta e la verdura il 21 maggio: quel giorno non ci sarà né raccolta di asparagi, né di mirtilli o di verdura. Visto che per lo Stato siamo stati invisibili, noi il 21 maggio saremo invisibili anche per i campi. Sarà sciopero totale». A testa bassa contro un ministro come la Bellanova che politicamente si è giocata tutto per difendere la categoria. Di riconoscenza, però, ne ha trovata poca. In un’ intervista a Fanpage Soumahoro sostiene che i lavoratori della terra abbiano rischiato addirittura la pelle in queste settimane andando nei campi senza mascherine e accusa direttamente il governo: «Mai ricevuto protezioni, da parte di chi in queste ore ha detto di preoccuparsi della nostra condizione, quando in realtà non è connesso sentimentalmente con noi. Ci si è preoccupati della verdura e della frutta, che si teme possano marcire, piuttosto che delle persone, i cui diritti stanno marcendo da anni nei campi».
Il sindacato, insomma, ha dichiarato guerra a chi si è tanto speso per dargli una mano, perché la maggioranza avrebbe dovuto fare molto di più. «Non vanno regolarizzate le braccia, ma gli esseri umani. Hanno pensato solo agli agricoltori per i permessi. Dove sono i rider, la logistica, i facchini, gli ambulanti, gli edili, la ristorazione».
Sondaggi – Braccianti a parte, la sanatoria in generale non sembra incontrare molto consenso nel Paese. Secondo un sondaggio di Termometro Politico, solo il 25% degli italiani approva il provvedimento. Al contrario, per ben il 42,9% la nuova norma finirà per attirare nuovi clandestini. Anche tra i favorevoli alla riforma, peraltro, ci si divide nei dettagli: per il 21,3% dovrebbe ottenere il permesso di soggiorno soltanto chi sta già lavorando, mentre per l’ 8,6% solo chi sta lavorando nell’ agricoltura o come colf e badanti dovrebbe poterne usufruire.
Riguardo a Coldiretti, gli imprenditori avevano chiesto di riattivare il sistema dei voucher anche per permettere di lavorare alle decine di migliaia di italiani che in queste settimane, leggendo le notizie sulla penuria di manodopera nei campi, hanno deciso di candidarsi per raccogliere frutta e verdura. Un’ aspirazione che a causa delle attuali leggi resterà probabilmente frustrata.