Il cavillo tedesco che “congela” ​le richieste d’asilo dei migranti

Un cavillo per espellere i migranti dalla Germania. È l’ultima mossa del ministro dell’interno tedesco, Horst Seehofer, che punta a rispedire i profughi in Italia.

Un trucco “illegale”, secondo quanto ha rivelato a Repubblica Guenter Burkhardt, il cofondatore di ProAsyl, ong tedesca che sostiene i migranti.

Nel 1990 è stato stilato il trattato di Dublino, che stabilisce il principio della responsabilità del Paese di primo approdo dei migranti: i profughi possono fare domanda di asilo solo negli Stati in cui arrivano. Spesso, però, le nazioni di approdo non sono la meta finale dei profughi, che cercano di superare il confine. Questi movimenti, però, sono illegali. Così, fino ad ora, la Germania ha potuto espellere dai propri confini migliaia di “dublinanti” (i profughi che hanno compiuto “movimenti secondari”, spostandosi da una nazione a un’altra). Ma, allo scoppio dell’emergenza coronavirus, l’Unione Europea ha chiesto di interrompere il trasferimento dei “dublinanti”.

Non solo. Infatti, oltre a non poter più rimandarci i profughi, la Germania rischia di doverne accogliere di nuovi, che nel frattempo avranno fatto domanda di asilo alla nazione tedesca, dopo aver passato sei mesi nel suo territorio. Infatti, il 16 aprile scorso, l’Ue aveva specificato che “se il ricollocamento non avviene entro le scadenze, la competenza sul profugo passa al Paese che lo ospita”. Significa che, una volta trascorsi i sei mesi, il migrante può fare richiesta nello Stato in cui si trova.

Il ministro dell’Interno tedesco intende evitare che si verifichi questa condizione. Per questo, nelle ultime settimane sarebbe arrivata ai richiedenti asilo una lettera che li avvisa del possibile “congelamento” del termine dei sei mesi. Per poterlo fare, la Germania ha rispolverato un cavillo del codice amministrativo, secondo cui ogni scadenza può essere sospesa in caso di processi in corso. E la maggioranza dei migranti sta affrontando un processo, perché spesso fanno ricorso contro il ricollocamento.

Dall’Italia, il ministro Luciana Lamorgese fa sapere che “questa regola vale anche per Roma”. E dal Viminale avvertono che studieranno “con attenzione” le carte dei migranti che la Germania cercherà di rimandare nel nostro Paese, senza tollerare “alcuna eccezione tedesca alle decisioni comunitarie”.

il giornale.it

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