“Vietato avvicinarsi a chi annega”. Pazze regole per le spiagge, rivolta dei balneari
Appena hanno letto le carte, con molte regole assurde, gli operatori balneari si sono avviliti. Non bastava il coronavorus, ci si è messo di mezzo anche il governo, per mano dell’Inail. Le regole per le spiagge sembrano paradossali…
Ed ecco che quei protocolli sul distanziamento sono stati bollati come “insostenibili” dai titolari dei lidi: ridurrebbero di un terzo i posti al ristorante e ancora di più negli stabilimenti balneari, provocando “gravi danni” a tutto il settore. Un messaggio trapelato ieri, dalle associazioni delle imprese al governo, al termine dell’incontro con il ministro Stefano Patuanelli. La protesta, dunque, è già scattata.
Inail e Iss hanno pubblicato due documenti tecnici, uno sulla balneazione, l’altro sulla ristorazione. Nel primo caso si tratta di un’analisi di rischio e presenta le misure di contenimento del contagio nelle attività ricreative di balneazione e in spiaggia. L’altro è un’ipotesi di rimodulazione delle misure nel settore della ristorazione.
L’assurdita delle regole sul “salvamento”
Una delle regole sulla sicurezza che sta già facendo molto discutere nel settore è sul web, è una parte forse solo apparentemente marginale. Quella sui bagnini, addetti, tra le altre cose, anche al “salvamento”. A loro l’Inail chiede di non avvicinarsi troppo in caso di bagnante con problemi di annegamento.
“Per quanto concerne l’attività di salvamento in mare svolta dal “bagnino” o comunque di primo soccorso nei confronti dell’utenza, è da rilevare la necessità – stante la modalità di contagio da SARS-CoV-2 – di attenersi alle raccomandazioni impartite dall’Italian Resuscitation Council (IRC) nonché dall’European Resuscitation Council (ERC) nell’esecuzione della rianimazione cardiopolmonare, riducendo i rischi per il soccorritore (nella valutazione del respiro e nell’esecuzione delle ventilazioni di soccorso), senza venire meno della necessità di continuare a soccorrere prontamente e adeguatamente le vittime di arresto cardiaco…”.
Ed acco, nella pratica, cose viene raccomandato agli operatori che si trovano di fronte un bagnante che ha “bevuto”.
“Ogni volta che viene eseguita la rianimazione cardiopolmonare (RCP) su un adulto è necessario diffondere le indicazioni fornite da ERC e IRC come di seguito riportato. In attesa di nuove evidenze scientifiche, si raccomanda di valutare il respiro soltanto guardando il torace della vittima alla ricerca di attività respiratoria normale, ma senza avvicinare il proprio volto a quello della vittima e di eseguire le sole compressioni (senza ventilazioni) con le modalità riportate nelle linee guida”.
Niente respirazione bocca a bocca, dunque, anche nei casi estremi. Meglio lasciar morire qualcuno che correre il rischio di prendersi (il rischio, peraltro marginale) di prendersi il coronavirus? Regole che fanno discutere, ma non solo le sole.
Piscine chiuse sulle spiagge
Sarà vietato l’uso delle piscine negli stabilimenti. “Per garantire il corretto distanziamento sociale in spiaggia, si legge, la distanza minima consigliata tra le file degli ombrelloni è pari a cinque metri e quella tra gli ombrelloni della stessa fila a quattro metri e mezzo. È da evitare, inoltre, la pratica di attività ludico-sportive che possono dar luogo ad assembramenti e giochi di gruppo e, per lo stesso motivo, deve essere inibito l’utilizzo di piscine eventualmente presenti all’interno dello stabilimento”.
Gli stabilimenti saranno aperti con entrata su prenotazione , ombrelloni distanziati di almeno cinque metri, piscine chiuse e igienizzazione dei lettini se si danno a un nuovo utente.
Il distanziamento tra i lettini
Per lettini e sdraie non posizionati sotto l’ombrellone dovrà essere garantita la distanza di almeno due metri. La distanza minima tra le file degli ombrelloni sarà pari a cinque metri mentre sarà di 4,5 metri sulla stessa fila. Sdraio e lettini dovranno essere distanti di almeno due metri e le distanze potranno “essere derogate per i soli membri del medesimo nucleo familiare o co-abitante”. Per le cabine, va vietato l’uso promiscuo ad eccezione dei membri del medesimo nucleo familiare o per soggetti che condividano la medesima unità abitativa.
Previsto anche il distanziamento per i bambini. “Deve essere garantita vigilanza sulle norme di distanziamento sociale dei bambini in tutte le circostanze”- Lo si legge nel documento Inail-Iss sulla balneazione e gli stabilimenti balneari nella fase due dell’emergenza da Covid 19. Nel documento si ricorda anche che bisogna nel complesso ” evitare promiscuità nell’uso di qualsiasi attrezzatura da spiaggia, possibilmente procedendo all’identificazione univoca di ogni attrezzatura”.
Il problema della spiagge libere
Tenendo conto delle specifiche caratteristiche delle spiagge libere “dovranno essere localmente definite puntualmente le modalità di accesso e di fruizione, individuando quelle più idonee ed efficaci”. Dovranno essere affissi nei punti di accesso alle spiagge libere – si legge – cartelli in diverse lingue contenenti indicazioni chiare sui comportamenti da tenere, in particolare il distanziamento sociale di almeno un metro ed il divieto di assembramento. Va mappato e tracciato il perimetro di ogni allestimento (ombrellone/sdraio/sedia), – ad esempio con posizionamento di nastri – che sarà codificato rispettando le regole previste per gli stabilimenti balneari, per permettere agli utenti un corretto posizionamento delle attrezzature proprie nel rispetto del distanziamento ed al fine di evitare l’aggregazione.
Il distanziamento in bar e ristoranti
Lo spazio per ogni cliente nei ristoranti deve più che triplicare passando da 1,2 metri a quattro mentre dovrà essere eliminato il servizio a buffet. Nel documento di Inail e Iss sulla ristorazione si sottolinea anche l’importanza dell’introduzione della prenotazione obbligatoria.
“Il layout dei locali di ristorazione – si legge – andrebbe rivisto garantendo il distanziamento fra i tavoli – anche in considerazione dello spazio di movimento del personale – non inferiore a 2 metri e garantendo comunque tra i clienti durante il pasto (che necessariamente avviene senza mascherina), una distanza in grado di evitare la trasmissione di droplets e per contatto tra persone, anche inclusa la trasmissione indiretta tramite stoviglie, posaterie. Va definito un limite massimo di capienza predeterminato, prevedendo uno spazio che di norma dovrebbe essere non inferiore a 4 metri quadrati per ciascun cliente, fatto salvo la possibilità di adozioni di misure organizzative come, ad esempio, le barriere divisorie”.
Regole considerate, dai più, di difficile attuazione. E che a tanti operatori balneari non consentirebbero di recuperare neanche le spese.
il giornale.it