Silvia Romano, la difesa di Francesco Storace: “La preferivate in una bara? Spiace per il velo, ma il sorriso mi ha conquistato”
Francesco Storace è una delle poche voci del centrodestra che si sono levate in difesa di Silvia Romano. Lo fa in una intervista all’Huffington Post. “Sono cattolicissimo, a livello personale mi è dispiaciuta la conversione. Ma ci manca solo che le chiediamo se è romanista o laziale. Preferivate che tornasse dentro una bara? Perché l’unica immagine da guardare non era quella del velo, ma del suo sorriso una volta tornata. Viva. Un sorriso che mi ha conquistato. E non si deve mai dimenticare che è stata rapita quando c’era un altro governo. Immagino dunque che sia iniziata una trattativa quando Salvini era al governo, saremmo fuori dal mondo a pensare il contrario”.
Però le critiche si addensano: “Perché la scelta di presentarsi con il velo è stata vista male. Io dico discutiamone. Ma ha senso aprire la discussione quando polvere si è depositata. Il giorno della festa si fa polemica? L’ho trovato estremamente fastidioso. Detto questo non solo la destra si è prestata. La foto della Romano postata dalla De Micheli con il simbolo del Pd è sciacallesca, una vergogna” Secondo lei è giusto che si sia pagato un riscatto? “Il pagamento di riscatti è la costante della politica italiana. Poi diciamo anche che non è detto che devi fare l’eroe. Quattrocchi è stato un eroe. Ed è tornato in una bara. La Romano ha meno anni di mia figlia, non era giusto in nessun caso farla morire. Per il suo ritorno provo la stessa gioia di Pippo Civati, che ogni giorno l’ha ricordata sui social. La cooperante ha fatto una cosa che io non ho il coraggio di fare. Dicono “aiutiamoli a casa loro”, e la criticano perché lei lo ha fatto. Nel momento in cui una ha questo tipo di visione, di coraggio, anche contro la volontà dei genitori, non possiamo derubricarlo a un atto buonista, è un fatto altamente positivo”