Incendia casa e tenta di accoltellare un agente. L’ira dei poliziotti: «Sul taser solo parole»
I poliziotti non ne possono più dell’indifferenza del governo. Panico in un appartamento in zona Fidene, a Roma. Un poliziotto è stato aggredito con un coltello. Per questo un suo collega, intervenuto sul posto, ha esploso un colpo di pistola alla spalla dell’aggressore. Ferendolo e così salvando il poliziotto che era per primo intervenuto sul posto.
Poliziotto aggredito
Gli agenti del Reparto Volanti e i colleghi del commissariato Fidene erano giunti in via Valsavio, in ausilio dei vigili del fuoco, per un incendio. Arrivati nell’appartamento un 60enne si è scagliato contro di loro con un coltello tentando di colpire un poliziotto. A quel punto un collega ha esploso un colpo che ha ferito il 60enne alla spalla. L’uomo, dopo essere stato bloccato, è stato trasportato all’ospedale Pertini in codice giallo. Sarà arrestato per tentato omicidio. I poliziotti hanno scoperto che l’uomo ha anche appiccato l’incendio volontariamente.
L’ira dei poliziotti: «Basterebbe il taser»
La vicenda ha scatenato l’ira dei poliziotti. «Ieri notte a Roma l’ennesimo intervento che, solo grazie alla professionalità dei poliziotti, non è finito in un dramma. È addirittura oltraggioso per l’intelligenza comune dover ripetere come questo tipo di situazioni si potrebbero risolvere presto. Bene, senza rischi eccessivi. E senza che personale in divisa e cittadini sfiorino la morte inutilmente. Solo grazie a un banale strumento come il taser». Così Valter Mazzetti, segretario generale dell’Fsp Polizia di Stato. «Eppure di questo magico e straordinario oggettino da pochi euro ancora neppure l’ombra».
«I poliziotti non hanno risposte dallo Stato»
E poi ancora. «Dopo anni e anni di chiacchiere, sperimentazioni, spot politici, ancora i poliziotti devono decidere in una frazione di secondo se morire, lasciar morire. Oppure finire probabilmente alla gogna, o girarsi dall’altra parte. Perché gli apparati politici e burocratici non sono in grado di fare il loro dovere fornendo gli strumenti necessari per fare sicurezza». Sulla vicenda interviene Sulla vicenda è intervenuto anche Massimo Nisida, segretario provinciale Fsp Roma. «L’emergenza Covid 19 – ha detto – è una scusa preziosa per far cadere nel dimenticatoio necessità ormai storiche. Ma che rappresentano sempre e comunque un’emergenza». Nisida ha sottolineato che lo Stato non dà un’adeguata risposta. «Prima di tutto morale, di tutelare la vita dei propri servitori».