Silvia Romano, Federico Fubini: “Felici per la liberazione ma il riscatto pagato ai jihadisti mette in pericolo gli italiani”
Federico Fubini, firma del Corriere della Sera, traccia sul suo profilo Twitter una interessante analisi sul sequestro e sul riscatto milionario di Silvia Romano. Che può avere delle pesanti conseguenze per gli italiani che si trovano in Africa: “Siamo tutti felicissimi della liberazione di Silvia e le autorità italiane hanno saputo muoversi con grande efficacia”, premette il giornalista. “Ma a un certo punto dovremo anche porci delle domande sui risvolti e gli insegnamenti che questa vicenda porta con sé”.
Punto primo, la questione delle organizzazioni che portano in zone a rischio delle persone giovani e inesperte: “Africa Milele Onlus, la Ngo di Fano, aveva inviato una ragazza di 23 anni inesperta e sola in un’area pericolosa. Posso sbagliarmi ma non credo che questa Ngo fosse fra quelle registrate con la Farnesina. Ma questo non le ha impedito di avere finanziamenti per questa missione”. Quindi, continua, forse è il caso “che in futuro possano svolgere questa attività così importante solo strutture adeguate e certificate. Senza mettere in pericolo chi lavora o è volontario per loro”.
Seconda considerazione. “Non possiamo dimenticare che la vicenda si è chiusa con il pagamento di un riscatto a Shebab, un’organizzazione fanatica e fondamentalista intenta a uccidere civili e rendere la vita impossibile in Somalia”. In certe circostanze, sottolinea Fubini, “negare l’intervento è difficile. Ma sappiamo bene che gli altri governi, gli alleati dell’Italia in Europa e a Washington, vedono con irritazione e preoccupazione questi interventi con riscatto. Finanziano gruppi terroristici. Creano incentivi monetari perché le bande armate rapiscano altri occidentali in Africa”. E “questo rischio di rapimento”, conclude il giornalista è particolarmente reale (e oggi maggiore) per gli italiani in Africa, se il governo ha la reputazione di essere pronto a pagare chiunque per liberare i propri cittadini. La vicenda di Silvia Romano non aiuta certo i nostri bravissimi cooperanti in Africa”.