Un nuova ondata migratoria si abbatterà sulla Grecia
Con l’allentamento dei blocchi imposti come misura di protezione dalla diffusione della pandemia di coronavirus, una nuova ondata di migranti provenienti dalla Turchia rischia di abbattersi sulla frontiera greca delimitata dal fiume Evros. A renderlo noto è Frontex, che come riportato dal quotidiano tedesco Die Welt teme il ripetersi di una situazione di stallo vissuta già negli scorsi mesi e che aveva portato ad una dura repressione dei tentativi di immigrazione da parte della polizia greca. Secondo quanto riportato invece dalla testata greca Kathimerini, 262 poliziotti della Grecia avrebbero già ricevuto l’ordine di spostarsi nella regione della Tessaglia per prepararsi al respingimento della nuova ondata migratoria.
Le stime sono allarmanti
Non sono rassicuranti le stime effettuate da Frontex, che ha ipotizzato – nello scenario migliore – lo spostamento di almeno 38mila persone dall’attenuazione dei blocchi turchi dei prossimi giorni e relative alle provincie di Istanbul, Izmir e Canakkale. Tuttavia, considerando il comportamento del Paese guidato da Recep Tayyip Erdogan negli ultimi mesi e soprattutto le volontà turche di alleggerirsi dal peso dei migranti in queste drammatiche settimane segnate dalla lotta al Covid-19 lascia immaginare che i numeri possano essere ancora maggiori. Tutto ciò, ovviamente, in un momento in cui anche la Grecia è messa sotto stress dalla pandemia e nel quale la gestione di nuovi flussi migratori di ingenti dimensioni rischia di diventare ancora più difficoltosa.
La Grecia rischia di essere abbandonata
Come già accaduto negli scorsi anni e nell’ultima crisi iniziata sullo scorso finire di febbraio, la Grecia rischia di essere nuovamente abbandonata nella sua lotta in difesa dei confini dell’Europa. Anche la vicina Bulgaria nelle scorse settimane si era dichiarata contraria a nuovi flussi migratori, sottolineando però come si sarebbe impegnata esclusivamente nella difesa dei propri confini terrestri – dando perciò un due di picche in anticipo ad Atene qualora la situazione fosse nuovamente peggiorata. E con il resto dell’Europa alle prese con la gestione dell’ordine pubblico interno e nel rispetto dei regimi di lockdown imposti, difficilmente qualcuno accorrerà in aiuto della Grecia qualora la situazione dovesse sfuggire di mano ancora una volta.
Grecia e Turchia combattono su due fronti
Non è un segreto ormai che quella che sta avvenendo tra Atene ed Ankara sia una vera e propria guerra migratoria, con la Turchia che cerca in ogni modo di facilitare il transito dei migranti verso l’Europa e la Grecia che tenta ad ogni costo di effettuare più respingimenti possibili. Soltanto la scorsa settimana, sempre stando a quanto riportato da Kathimerini, la guardia costiera greca delle isole dell’Egeo avrebbe “scoperto” la controparte turca in un’operazione di supporto alla migrazione verso l’isola di Chios, denunciando l’accaduto per vie dello stesso governo guidato da Kiriakos Mitsotakis. Tuttavia, il flusso migratorio nella regione non pare aver subito particolari variazioni anche in seguito alle proteste da parte di Atene.
In questo scenario, dunque, Atene è costretta a lottare sia sul fronte marittimo sia sulle rive dell’Evros con la Turchia, in una battaglia che col passare dei mesi diventa sempre più estenuante: considerando soprattutto i numeri con cui già sta lavorando il Paese e dalla poca collaborazione anche in termini di ripartizioni ottenute dall’Europa. E se le stime di Frontex si rivelassero esatte, la situazione nei prossimi giorni tornerà nuovamente a peggiorare.
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