Toni Capuozzo: «I Navigli? Un osso gettato alla gente per avere qualcuno con cui prendersela»
Come sempre fuori dal coro. Il giornalista e scrittore Toni Capuozzo dice la sua sugli sconsiderati che dopo il 4 maggio si sono riversati ai Navigli a Milano, creando assembramento. Gli scriteriati rimangono tali, ma qualche esagerazione sul caso genera sospetto. Il sindaco Sala ha alzato i toni, a cose fatte, beccandosi anche tanti insulti in rete. Il giornalista invece non si accoda all’ondata di indignazione generale per la troppa gente a passeggio sui Navigli milanesi. Che ha dato l’assist a un governatore come De Luca, ad esempio, per cannoneggiare di nuovo sulla Lombardia.
Capuozzo ha infatti scritto dai suoi canali social che il il caso agitato intorno ai Navigli è «un osso gettato da mordicchiare a un’ opinione pubblica nervosa». Cosa vuole dire? Capuozzo lancia una provocazione. Si chiede: “E’ colpa loro se ritorna il contagio, se non ci sono mascherine a 50 centesimi; se l’ app Immuni non solo è indiscreta ma non si è proprio vista; se come fecero ai tempi della fuga al sud, annunciano il decreto ‘torna in cella mafioso’ in anticipo; se le banche non danno i prestiti; se fare i tamponi è per pochi?”.
Capuozzo: “I Navigli non c’entrano se…”
Con tutte queste tutte queste domande Capuozzo pone l’attenzione sulle questioni che lui giudica essenziali. Del resto se la Fase 2 è gestita alla carlona ed è ancora un’incognita, il caso Navigli ne è stata la raffigurazione plastica.”Quando ero un giovane giornalista mi insegnarono che fa notizia il postino che morde il cane, non il contrario, che è cosa scontata”, scrive Capuozzo. ” Non sono poche centinaia di astinenti da aperitivo a fare notizia, ma i milioni di italiani, anche in zone salve, che sorprendentemente rispettano le regole”. Insomma, sulle questioni cruciali i Navigli non c’ entrano, è un diversivo. Ma così la gente ha qualcuno con cui prendersela.