Quel paesino di 84 abitanti dove il governo vuole mandare 100 immigrati

Sembra una notizia assurda, impossibile, incredibile e fantascientifica ma rappresenta una cruda realtà: un Comune italiano rischia di essere quasi completamente “sostituito” dall’arrivo di 100 immigrati.

Stiamo parlando di Carapelle Calvisio, un paesino della provincia de L’Aquila di appena 84 abitanti. I migranti starebbero per essere ospitati in una struttura messa a disposizione dalla “Caritas dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne Onlus” per il periodo di sorveglianza sanitaria. Arroccato su una delle propaggini meridionali del Gran Sasso d’Italia, il borgo è stato gravemente danneggiato dal terremoto de L’Aquila del 2009, con una significativa percentuale delle abitazioni crollate o dichiarate inagibili dopo i sopralluoghi del caso condotti dalla protezione civile, rientrando così nel cosiddetto “cratere sismico”. ll sisma del 6 aprile non lo ha risparmiato: il 40% delle case è andato distrutto, ma gli abitanti si sono rimboccati subito le maniche e hanno provato a risollevarsi da una drastica situazione.

La denuncia è arrivata da Matteo Salvini: “Il governo non manda aiuti e risposte ai cittadini, ma in compenso è pronto a spedire un centinaio di immigrati in un paese di circa 80 anime come Carapelle Calvisio, in provincia de L’Aquila”. Il leader della Lega la giudica una vera e propria follia e perciò ha rivolto un duro attacco nei confronti del governo giallorosso: “Conte, Pd, 5 Stelle sono veloci a mandare a casa i boss e a spalancare i porti ai clandestini”.

Un primo esperimento italiano di “eliminazione identitaria”: l’ha definito così Luigi D’Eramo. Nel paesino oggi vivono appena 84 abitanti, con un’età media di circa 60 anni, ovvero una categoria per definizione debole: “Il piccolo Comune oggi ha i fondi sufficienti appena per garantire i servizi essenziali, mentre non ha risorse per garantire i servizi di sicurezza urbana visto che ha in organico appena un dipendente e un ragioniere che appartiene a un altro Comune”. Addirittura non ha a disposizione neanche un’unità di polizia municipale. Si verrebbe a creare un aumento di popolazione di oltre il 110%: “Un caso unico a livello italiano che determinerebbe una situazione insostenibile sotto ogni punto di vista”.

“Vogliono distruggerci”

Il deputato aquilano del Carroccio ha evidenziato i rischi di tale assurdità: non solo si cancellerebbe l’identità di un’intera comunità, ma da una parte si rischierebbe di stravolgere “una quotidianità secolare” e dall’altra si minerebbero tranquillità e sicurezza “con possibili, quasi certe, gravi ripercussioni”. La vicenda conferma la linea politica dell’esecutivo giallorosso, che ha contribuito all’aumento degli sbarchi ad aprile e che sta inseguendo il folle progetto di regolarizzazione di 600mila immigrati. “Uno dei più piccoli e tranquilli comuni d’Italia sta per essere letteralmente invaso dall’arrivo di migranti, peraltro in piena emergenza Covid-19. È una circostanza intollerabile che la Lega combatterà con tutte le sue forze, in ogni sede”, ha concluso D’Eramo.

Ma come l’avranno presa i cittadini? Non proprio bene. Una abitante si è sfogata a ilGiornale.it e ha espresso tutta la sua rabbia dopo aver ricevuto la notizia: “Ma perché vogliono distruggere un paesino di vecchietti? E poi quelli che arriveranno dove dormiranno? Lavoreranno? Dove mangeranno? Carapelle Calvisio non è cambiata in tantissimi anni. Tutto va bene e quando le cose vanno bene non si cambia nulla”. Ma anche chi è nativo del posto e al momento si trova in Canada si difenisce deluso e sconcertato per l’arrivo dei migranti: “L’anno prossimo mi metterò in viaggio e tornerò. Avevo intenzione di tornare il 15 aprile ma l’emergenza Coronavirus non me l’ha permesso. Spero che per quando tornerò il governo si sarà dato una svegliata”.

il giornale.it

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