Ancora un flop del Lazio di Zingaretti: nuove barelle solo per magri e non alti
Roma – Un «caso Lazio» dopo l’altro e la poltrona di Nicola Zingaretti rischia di vacillare seriamente. Dopo l’acquisto delle mascherine pagate in parte in anticipo ma mai recapitate e sulle quali sta indagando la magistratura, le spese delle aziende regionali continuano a creare un certo disappunto.
Soprattutto tra gli stessi camici bianchi. Non ultimo l’acquisto di ben 5 barelle di biocontenimento da parte del Covid center del Policlinico Umberto I della Capitale da utilizzare per i percorsi diagnostici tra i diversi reparti ospedalieri. I dispositivi però sono strutturati in modo da ospitare al proprio interno soltanto pazienti magri e di altezza moderata (1 metro e 70 per un massimo di 70 kg): una persona di 80 chili avrebbe dei seri problemi perché si sentirebbe in contenzione e accuserebbe ulteriori difficoltà a respirare. Oltre al fatto che, anche dinanzi a un paziente in forma, servirebbero almeno quattro operatori sanitari per infilare dentro la barella il malato, sempre e solo con l’aiuto e il supporto dell’ulteriore barella spinale.
L’acquisto delle lettighe biocontenitive è stato garantito dall’attuale manager del nosocomio Vincenzo Panella già un mese fa e pagato, in conto Covid-19, 125 mila euro. Ossia 25 mila per ciascuna.
Stupisce però che il direttore generale e il proprio staff non abbiano verificato le dimensioni dei dispositivi di contenimento anche perché l’alto dirigente è un veterano della sanità avendo guidato per anni il dipartimento Salute e politiche sociali della Regione Lazio. Eppure stando a sentire diversi infermieri e medici che circolano nell’area dell’Hub Covid l’acquisto sarebbe stato a dir poco improvvido contando che le barelle dovrebbero essere utilizzate per il trasporto interno ai reparti ossia per controlli ulteriori dei ricoverati: tac, ecografie e rx. Già, ma le criticità gestionali non arrivano mai da sole. E infatti proprio in data 5 maggio il manager ha dato il via libera all’acquisto di mascherine chirurgiche a 90 centesimi più iva ciascuna. In barba al decreto Arcuri che avrebbe imposto la cifra calmierata a 50 cent. Se ne acquisteranno 10mila dalla ditta cinese Jin Feng srl dove il codice Ateco la individua come abbigliamento all’ingrosso e accessori. Sul documento di acquisto compaiono anche altrettante mascherine di tipo fpp2 a un costo unitario di 4,50 euro e ulteriori tute di protezione a 9,90. Tutti prezzi apparentante maggiorati rispetto allo standard che comunque verranno stornati dal budget Covid di 3 milioni di euro entrato nelle casse dell’Umberto I.
Ma non è finita qui. In Regione dietro al paravento del Covid si stanno organizzando anche quelle che per Nicola Zingaretti potrebbero essere definite ulteriori priorità. Una per tutte la gestione della Gay Help Line telefonica tramite numero verde che metterebbe al riparo il territorio dall’omofobia: 80mila euro erogati all’Associazione Gay Center per la mantenere attivo l’800.713.713 per consulenza psicologica, medica, legale e di mediazione sociale.
il giornale.it