L’ultima farsa del dl aprile (che cambia ancora nome): 770 pagine per 55 miliardi
Dal ”decreto aprile”, come doveva chiamarsi all’inizio, al ”decreto maggio” fino a diventare ”decreto rilancio”. È questa la complessa e travagliata parabola del dl con cui, dopo il Cura Italia e il dl liquidità, il governo giallorosso punta a ridare ossigeno al sistema economico italiano, in ginocchio a causa della pandemia provocata dal Covid-19.
Secondo quanto riferisce l’agenzia Adnkronos, tante sono le proposte arrivate dai ministeri direttamente a Palazzo Chigi per arricchire ulteriormente il dl monstre di 55 miliardi. Tali suggerimenti sono stati raccolti da un corposo documento di 770 pagine (per l’esattezza 766).
Ogni dicastero ha tracciato un pezzetto di strada per rimettere in piedi il Paese. Alcune proposte, come riportato dallo stesso documento, sono state stroncate dalla Ragioneria, altre sono incomplete mentre, altre ancora, tra cui il reddito di emergenza, non sono presenti perché ancora in attesa di definizione. Adesso è tutto nelle mani di Giuseppe Conte che, assieme al Tesoro, dovrà fare il punto della situazione per capire quali sono le richieste da far confluire nel dl rilancio e quali quelle da escludere.
Turismo
Aiuti alle imprese, famiglie, salute, sport: il documento, scrive l’Huffington Post, è ricco di spunti, più o meno realizzabili, più o meno utili. Per quanto riguarda il turismo, vale la pena citare il bonus vacanze sotto forma di tax credit per le famiglie in possesso di un Isee fino a 35mila euro.
Il credito in questione, dal valore di 300 euro per i nuclei familiari formati da due persone e 150 per quelli formati da una sola persona, potrà essere utilizzato dal primo luglio al 31 dicembre per ”pagare i servizi nelle strutture turistico-ricettive in Italia”. Nel documento viene citato anche un Fondo con una dotazione di 30 milioni per la promozione del turismo in Italia.
Imprese
Nei giorni scorsi le aziende hanno fatto capire a più riprese di aver bisogno di liquidità. Ecco che una delle proposte allo studio dell’esecutivo è l’istituzione di un Fondo emergenziale da un miliardo volto a tutelare le filiere in sofferenza.
La maggior parte delle risorse sarebbero destinate principalmente ad alcuni settori, fra cui il florovivaistico, il vinicolo e lo zootecnico. Si parla anche di un fondo, da 200 milioni, per supportare il settore aereo. Per quanto riguarda le piccole imprese c’è la proposta di ridurre il costo delle bollette elettriche di aprile, maggio e giugno, attraverso lo stanziamento di 600 milioni.
Famiglie e scuola
Il ministero della Famiglia propone di potenziare i centri estivi per i bambini di età compresa tra i 3 e i 14 anni. Il voucher per le baby sitter a 1.200 euro per aprile e maggio, potrebbe essere usato anche per i citati centri estivi. È inoltre stato richiesto di garantire ai genitori di lavorare da casa attraverso lo strumento dello smart working fino al termine dell’emergenza (fissata dal governo il 31 luglio).
Un nodo spinoso è quello relativo al settore dell’istruzione. Il ministero dell’Istruzione ha chiesto 370 milioni per consentire la riapertura delle scuole e lo svolgimento delle attività del prossimo anno in condizioni di sicurezza. Quasi 40 milioni sono destinati alle spese di pulizie in vista degli esami di Stato, che si terranno da metà giugno.
Lavoro, trasporti e sanità
Per il mondo del lavoro chiesti 1,2 miliardi per prorogare di 12 settimane la cassa integrazione Covid. Tra le altre proposte: stop ai licenziamenti per altri tre mesi, oltre ai due previsti dal dl Cura Italia, e un contributo colf e badanti compreso tra i 400 e i 600 euro.
Sul fronte trasporti spicca la proposta di rimborsare gli abbonamenti già acquistati – e non usufruiti a causa dell’emergenza – per bus, metro, treno e vaporetto.
Nella sanità si punta a rafforzare la rete territoriale per rendere più efficiente il monitoraggio e il tracciamento degli infetti. Presenti altre proposte, fra cui la vendita delle mascherine senza imballaggio, pur rispettando tutte le norme igieniche del caso.
Cultura e Sud
Uno dei settori che più ha subito l’impatto della pandemia è stato senza ombra di dubbio quello della cultura. A questo proposito è stato suggerito di garantire più fondi per supportare cinema, musei, spettacoli e libri. Il Fondo per le emergenze nei settori dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo potrebbe passare da 130 a 280 milioni. Potrebbe essere istituito un fondo da 150 milioni per imprese e istituzioni culturali, destinato anche all’editoria, ai musei e agli altri luoghi di cultura.
Per il Sud chiesto fino al 2021, a partire da marzo, un fondo per lo sviluppo e un contributo, dal valore di 120 milioni, per sostenere gli enti attivi nel Terzo settore. Nel frattempo le promesse del governo continuano ad accumularsi.