Lo scandalo dei test sierologici in Toscana: prima i migranti (gratis) poi i lavoratori italiani (pagando)
L’ordinanza della Regione Toscana sui test sierologici è scandalosa. E’ la numero 54 del 6 maggio 2020. E prevede che tra i lavoratori a rischio che hanno la precedenza nel fare i test sierologici gratuiti rientrano “gli operatori e gli ospiti delle strutture di accoglienza per migranti”. Gli altri lavoratori non a rischio potranno eseguire i test, ma pagando.
Ne dà notizia Il Giornale, sottolineando la protesta del consigliere regionale di FI Marco Stella. Quest’ultimo parla di palese discriminazione: “Quando ho letto il documento – dice – non volevo crederci. Io mi chiedo cosa porti la sinistra toscana e il governatore Rossi ad applicare queste palesi, offensive e vergognose discriminazioni. Come toscani e come lavoratori, ci sentiamo profondamente amareggiati”.
Il quotidiano ricorda anche che il governatore Rossi aveva annunciato l’arrivo di milioni di mascherine Ffp3 che hanno invece raggiunto con grande ritardo gli ospedali della Regione. E in seconda battuta ha vietato i test sierologici rapidi nelle strutture private, asserendo che solo i privati convenzionati hanno la facoltà di eseguire i test. Una serie di provvedimenti molto contestati, cui si aggiunge ora l’ingiustificato favoritismo nei confronti dei migranti.
Va ricordato che il presidente Enrico Rossi è lo stesso che quando l’epidemia imperversava in Cina lanciò la parola d’ordine “abbraccia un cinese”, preoccupandosi più del razzismo immaginario che del contenimento dell’epidemia. Tutti atteggiamenti perdonati o sottaciuti per non disturbare la “rossa” Toscana, che ha come la Lombardia imposto l’obbligo di mascherina all’aperto senza che si levassero le grida indignate di chi, per lo stesso provvedimento, ha messo sotto accusa la Lombardia e il suo governatore leghista Fontana.