La sanatoria per gli immigrati ora fa infuriare gli agricoltori
Un permesso di soggiorno di sei mesi per i cittadini extracomunitari. È l’ultima proposta del ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, che vorrebbe risolvere con una “sanatoria a tempo” la mancanza di personale nelle aziende agricole.
Nessuna maxi sanatora per gli irregolari, quindi, ma qualche mese in più concesso “se le persone trovano nel frattempo un altro posto di lavoro”. “Noi dobbiamo creare le condizioni perché le imprese possano trovare il personale qualificato che serve per le prossime campagne di lavorazione- ha spiegato il ministro- L’esigenza che abbiamo adesso è di trovare 250-260mila persone per andare a fare la raccolta degli ortaggi e della frutta”.
Una soluzione che lascia scontenti gli agricoltori, dato che non risolverebbe il problema. “Sarebbe stato importante riaprire i corridoi verdi che avrebbero riportato in Italia manodopera specializzata”, ha spiegato a Libero il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. Il settore denuncia la mancanza di lavoratori che raccolgano frutta e verdura nei campi: “Il 40% dei raccolti estivi rischia di rimanere sugli alberi”, conferma Prandini. La maggior parte dei lavoratori del settore, infatti, proveniva dall’Est Europa e, con il blocco delle frontiere, sono venuti a mancare circa 200mila stranieri che arrivavano in Italia per raccogliere frutta e verdura nelle aziende agricole, tornando nel proprio Paese a stagione finita. Ma ora c’è carenza di manodopera.
Per essere impiegati nel settore, però, non basta aver voglia di lavorare: “Bisogna smetterla di pensare che chiunque possa lavorare in un’azienda agricola. Non è così, nemmeno nella fase di raccolta della frutta”. Servono persone qualificate, in grado di svolgere le mansioni necessarie a un’azienda agricola. La soluzione, secondo Coldiretti, sarebbe da individuare su due fronti. Da una parte, “è importante la proroga fino al 31 dicembre dei permessi di soggiorno per lavoro stagionale in scadenza al 31 maggio al fine di evitare agli stranieri di dover rientrare nel proprio Paese proprio con l’inizio della stagione di raccolta nelle campagne”. E parallelamente “è necessario agevolare il ritorno temporaneo dei lavoratori da Paesi dell’Unione Europea attraverso corridoi verdi”. Dall’altra parte, invece, “è importante aprire il più possibile il mercato alle opportunità di lavoro per gli italiani che rischiano il duro impatto occupazionale della crisi economica da coronavirus. E per questo è ora necessaria subito una radicale semplificazione del voucher agricolo”. Ma, conclude Prandini, secondo quanto riportato da Libero, “non sta né in cielo né in terra parlare di 600mila extracomunitari da regolarizzare impiegandoli nel lavoro dei campi”.
Sulla stessa linea anche il presidente di Confagricoltura, Massimo Gisanti, che per primo aveva lanciato l’allarme della mancanza di manodopera in agricoltura. “In questa stagione abbiamo bisogno di almeno altri 200mila operai, in aggiunta ai 900mila occupati stabilmente”, aveva denunciato Gisanti in unìintervista al Messaggero, specificando che “sia l’ortofrutta, che la viticoltura e la zootecnia, sono in sofferenza”. La colpa è attribuita al lockdown, che ha impedito ai braccianti provenienti dall’Est Europa e dal Nord Africa di tornare in Italia come ogni anno per questa stagione.
La sanatoria dei migranti ha lasciato scontenti anche gli assessori di alcune Regioni, che hanno scritto al ministro Bellanova, per chiedere di non attuarla. “La sanatoria degli immigrati non è una soluzione, senza voucher. Il ministro Bellanova continua ad affermare l’idea di regolarizzare circa 600mila stranieri per lavorare in agricoltura. Una proposta che non risponde alle esigenze di stagionalita”. Gli assessori sostengono sia meglio dare “la possibilità a cassaintegrati, disoccupati, studenti e pensionati, che hanno voglia di impegnarsi e di vivere onestamente, di integrare i loro sussidi prestando il loro lavoro nei campi. Ma per fare questo servono i voucher, uno strumento semplificato e tracciabile per pagare nella legalità prestazioni occasionali ma non sporadiche”.
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