Senegalese strupra un’infermiera in un parcheggio a Napoli. Aspettava il bus dopo il lavoro
Un giovane di origini senegalesi è stato arrestato dalla Polizia a Napoli per violenza sessuale. Il fatto risale al primo pomeriggio di domenica 3 maggio, ultimo giorno di
lockdown: l’uomo ha abusato di una donna, un’infermiera, che era in attesa del bus per Avellino nel parcheggio Metropark in corso Arnaldo Lucci, nei pressi della stazione centrale.
Le indagini sull’accaduto proseguono anche attraverso la visione delle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza presenti nel parcheggio: si cerca di far luce sulla
partecipazione di eventuali complici o su omissioni di soccorso da parte di persone presenti. Il racconto della donna è stato agghiacciante:
“Fammi fare quello che voglio o ti uccido”
“Continuava a ripetere: “Fammi fare quello che voglio o ti uccido. Stai ferma e non urlare”. Non era un uomo, era una bestia quello che per quarantacinque minuti mi è stato addosso. Era il doppio di me e tutto il suo peso era sulla mia schiena. Si arrabbiava, perché avevo i jeans troppo stretti e non riusciva a levarmeli. Mi sono sentita morire…». Questo il racconto fatto a Repubblica dalla vittima. Il senegalese l’ha aggredita in pieno giorno e nel centro della città.
La vittima lavora in centro anti Covid
La donna è un’ infermiera in una struttura pubblica. Lavora in un reparto di Psichiatria “dove ci stiamo occupando dei “reduci” del Covid. Domenica, dopo il lavoro, stavo tornando a casa, ad Avellino, e dopo aver preso la metropolitana ero arrivata alla Metropark in anticipo. L’autobus per Avellino, a causa della riduzione delle corse per l’emergenza Covid, sarebbe partito un’ora dopo. Alle due e mezza del pomeriggio non c’era anima viva, così mi sono seduta su una panchina ad aspettare».
Poi l’infamia: all’improvviso un uomo grande e grosso, poi identificato come un senegalese, ha scavalcato una recinzione. “Ho subito avuto paura, aveva l’aria minacciosa. Mi ha afferrato un braccio. Io ho subito pensato a una rapina: così, per salvarmi, gli ho dato la borsa. “Prendi tutto, ci sono i soldi”, ho detto. La risposta mi ha raggelato. Ha detto: “Non voglio i tuoi soldi, quelli ce li ho”. Poi mi ha strattonato e scaraventato per terra. Ho visto il mio cellulare volare via, mi ha strappato il giubbino di dosso. Ho capito che per me era finita».
Durante la drammatica sequenza la donna ha visto passare un’altra donna e ha gridato aiuto. Niente da fare, la donna si è dileguata. La vittima ha dovuto dovuto fare ricorso a tutte le sue risorse: “Gli ho detto di non farmi male perché ero incinta, gli ho detto che non riuscivo a respirare e che avevo bisogno di acqua, e poi gli ho detto che se arrivava qualcuno sarebbe stato arrestato. Fino a quando non è arrivato l’autobus…”.
Grazie a quest’autista coraggioso la donna si è salvata, l’uomo ha iniziato ad urlare. “Intanto però è arrivato l’Esercito. Tre militari lo hanno circondato e a quel punto io sono riuscita ad alzarmi e mi sono rifugiata sull’autobus. Poi è arrivata anche la polizia”. La donna è stata trasportata all’ospedale e la polizia ha avvertito il marito. “il trauma ha travolto tutta la mia famiglia”.