Salvini e Meloni, mozione di sfiducia contro Alfonso Bonafede: “Incapace e scellerato, vada a casa”
Il centrodestra compatto ha depositato in Senato la mozione di sfiducia per Alfonso Bonafede. “Ha mostrato evidente incapacità e inadeguatezza in un settore così delicato, come quello delle carceri”: così Matteo Salvini ha annunciato la mossa della Lega e dei suoi alleati contro il guardasigilli, finito nella bufera per alcune rivelazioni del magistrato Nino Di Matteo. Il leader del Carroccio ha poi ricordato i numeri preoccupanti “dell’inattività del ministero della Giustizia”, con più di 400 fra “mafiosi, assassini e delinquenti usciti dalle carceri”.
Poi Salvini ha preferito non entrare nel merito, “da garantista”, delle dichiarazioni di Di Matteo: “Hanno sollevato ombre preoccupanti sulle nomine da parte del ministro Bonafede e su presunte pressioni o omissioni. Io non so se abbia ragione il giudice o il ministro, entrambi non possono averla”. Ancora più perentoria è stato Fratelli d’Italia: “Non possiamo permetterci di tenere in carica un ministro – si legge nella nota del partito di Giorgia Meloni – che con le sue scelte scellerate ha consentito la scarcerazione di mafiosi, boss compresi, vanificando il lavoro di migliaia di servitori dello Stato e umiliando le famiglie delle vittime della mafia. Spero che il Parlamento abbia, almeno su questo, un sussulto di dignità”.
In collegamento a L’aria che tira, il leader leghista si è espresso anche sulla questione della sanatoria dei migranti, che la ministra Bellanova ha preso sul personale, tanto da minacciare le dimissioni. Secondo Salvini c’è una differenza importante tra quello che il governo dice e quello che in realtà vuole fare: “Se bisogna allungare il permesso di soggiorno a chi aveva un contratto scaduto, non c’è problema. Se bisogna fare una sanatoria indiscriminata per 600mila immigrati non sta né in cielo né in terra. Allora i 4 milioni di italiani disoccupati che diritti hanno?”. Il capo della Lega è convinto che, se si aprisse adesso un centralino e si chiedesse agli italiani di fare i lavori più umili, ma pagati regolarmente e dignitosamente, “chiamerebbero migliaia di persone disponibili a fare qualsiasi lavoro”.