I 5S si inchinano ai renziani: ecco la sanatoria dei migranti
Alla fine i Cinque Stelle hanno dovuto soccombere ai diktat degli alleati. Ancora una volta, non appena i renziani hanno minacciato fuoco e fiamme, si sono trovati a dover digerire una misura che causa mal di pancia soprattutto nell’ala più di destra del movimento.
Nel decreto aprile, che a furia di slittare è ormai diventato decreto maggio, è infatti spuntato un articolo per regolarizzare i lavoratori “invisibili”, cioè gli immigrati irregolari. Una misura fortemente divisiva che non solo crea una violenta spaccatura in parlamento, ma che genera un forte malcontento in un Paese già dilaniato dall’emergenza sanitaria e dalla crisi economica.
“È una follia!”, tuonano i parlamentari della Lega. “Il nostro Paese non ha bisogno di nuovi schiavi senza tutele, senza diritti e con stipendi da fame”, denuncia il deputato Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno quando Matteo Salvini sedeva sullo scranno del Viminale. Da quando al minisero dell’Interno non c’è più il leader del Carroccio, molto è cambiato in tema di accoglienza e immigrazione. La sanatoria degli irregolari arriva, infatti, dopo mesi di lassismo nei confronti degli sbarchi che ha portato nell’ultimo mesi a un aumento degli arriva di circa il 350%. E, sebbene il colpo di spugna voluto dai renziani sia stato inizialmente osteggiato dai grillini, alla fine il ministro alle Politiche agricole, Teresa Bellanova, con la sue minacce di dimissioni riesce ad avere la meglio. Tanto che, dopo il faccia a faccia a Palazzo Chigi tra la delegazione di Italia Viva e il premier Giuseppe Conte, la misura subito inizia a trapelare in ambienti giornalistici.
La misura è già stata ribattezzata “ius Covid”. Dopo aver fallito l’approvazione dello ius soli nella precedente legislatura, la sinitra tenta di sanare i lavoratori in nero con la scusa dei pomodori che nessuno può raccogliere e che quindi rischiano di marcire nei campi. La bozza del decreto, visionato dall’agenzia Adnkronos, punta, infatti, a sanare non solo i braccianti, ma anche le colf e le badanti, regalando loro permessi temporanei da quattro mesi o fino al termine della durata del contratto. “Prima la sinistra dal 2012 al 2018 ha aperto le porte a 700 mila immigrati irregolari lasciandoli vivere come fantasmi senza integrazione e alimentando caporalato, sfruttamento e lavoro nero a 3 euro all’ora – commenta Molteni – ora, in barba al decreto flussi, li regolarizza alla faccia dei cittadini italiani e degli stranieri perbene”.
L’articolo, che è stato messo a punto dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in stretto contatto con Palazzo Chigi, si trincera dietro alla scusa di “garantire livelli adeguati di tutela della salute individuale e collettiva, in conseguenza dell’eccezionale emergenza sanitaria connessa alla diffusione del contagio da Covid-19”, per regalare il permesso di soggiorno a chi attualmente non lo ha. In una prima parte della bozza, come fa notare l’Adnkronos, non viene indicata la durata definitiva. C’è un generico “della durata di mesi XX”. Poco sotto, però, si legge che, “se il cittadino esibisce un contratto di lavoro subordinato nei settori” interessati dalla nuova norma, “il permesso viene convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro della durata minima di mesi quattro o per il periodo di lavoro contrattuale se superiore ai quattro mesi”.
Per Giorgia Meloni dal governo giallorosso arriva “un brutto segnale”. “Così – spiega la leader di Fratelli d’Italia – noi diciamo che chi non ha rispettato le regole ha trovato lavoro ed è stato regolarizzazione”. Non solo. Secondo il deputato leghista Paolo Grimoldi, la misura rischia di togliere “centinaia di migliaia di posti di lavoro ai disoccupati italiani”.
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