“Qui a Ostia solo CasaPound ci ha aiutato”. Le famiglie di Area 121 si raccontano (Video)
Roma, 4 mag – Una decina di giorni fa, delle famiglie italiane in emergenza abitativa hanno occupato gli alloggi del Villaggio azzurro, a Ostia, in via delle Baleniere 263. L’hanno chiamata Area 121 e ospiterà 20 nuclei familiari, la cui situazione lavorativa – già precaria – si è ulteriormente aggravata a causa della serrata generale per contrastare il Covid-19. Si tratta di un comprensorio di proprietà del ministero della Difesa e, a parte una struttura in muratura, è composto prevalentemente da prefabbricati. Gli alloggi venivano assegnati agli ufficiali dall’Aeronautica militare, ma l’area è stata di fatto abbandonata dall’ultima inquilina più di 10 anni fa. Di più: il Villaggio azzurro è finito al centro dello scandalo dell’Affittopoli dei militari, scandalo portato alla luce, tra le altre cose, da una recente inchiesta del Corriere della Sera. La struttura, infatti, versava da tempo immemore in stato di abbandono e degrado, per trasformarsi in ricovero per nomadi e sbandati d’ogni tipo.
Tutti contro CasaPound
In questi giorni, della nascita di Area 121 si è parlato poco e, quando lo si è fatto, la «notizia» è quasi sempre stata: «CasaPound occupa il Villaggio azzurro». Così hanno provato a farla passare alcuni esponenti del Partito democratico, che hanno inviato un’interrogazione al sindaco di Roma Virginia Raggi. Una versione, questa, poi avallata anche da Repubblica attraverso un articolo della controversa giornalista ostiense Federica Angeli, che peraltro ha decisamente il dente avvelenato con le tartarughe frecciate. Altre testate, come Fanpage, sono state, se possibile, ancora più dure nell’accusare CasaPound di aver approfittato della quarantena per occupare lo stabile.
Le voci degli occupanti di Area 121
Eppure, gli occupanti, pur confermando l’aiuto ricevuto da CasaPound e dal consigliere municipale Luca Marsella, non sono militanti della tartaruga frecciata, e anzi ci tengono a ribadire che l’occupazione di Area 121 non ha assolutamente scopi politici, ma solo abitativi: «Io non ho mai votato in vita mia», assicura Daniele al Primato Nazionale, uno dei primi a occupare le strutture del Villaggio azzurro. «A parte l’emergenza coronavirus – prosegue – in questo periodo non si trova lavoro, quindi per dare un tetto sopra la testa a me, alla mia compagna e ad altre famiglie in difficoltà, mi sono trovato costretto a occupare». E sul coinvolgimento di CasaPound? «Lo stabile versava in condizioni pietose e noi ci siamo adoperati per rimetterlo in ordine. Non ci ha aiutato nessuno, solo i ragazzi di CasaPound hanno risposto alla nostra chiamata d’aiuto», afferma Daniele, che spiega: «Noi abbiamo fatto un annuncio generico chiedendo aiuto, e i ragazzi di CasaPound sono gli unici che hanno risposto». «E devo dire la verità – continua – sono rimasto scioccato dalla loro prontezza: ci hanno aiutato sia economicamente, sia moralmente, sia da un punto di vista legale». Di conseguenza, la presenza di Marsella e di CasaPound «ci ha subito tranquillizzati, perché noi siamo tutti spaventati: il terrore di poter tornar per strada è brutto, mi creda».
Il video Reportage da Area 121
«Siamo anche disposti a pagare un affitto»
Poi Daniele ci spiega che con Area 121 sperano di poter dare alloggio a 20 famiglie. «Noi cercheremo di aiutare più famiglie possibile, ma prima è necessario bonificare e ristrutturare l’area, perché alcuni stabili non sono a norma. Abbiamo già fatto un’opera di disinfestazione, derattizzazione e igienizzazione, ma c’è ancora molto da fare». Non solo: una volta che saranno completati i lavori di ristrutturazione, l’idea è quella di aprire Area 121 a tutto il quartiere, offrendo uno spazio per attività ricreative e di aggregazione sociale. Peraltro, come ci dice Daniele, «l’80% della gente del quartiere ci sta aiutando tantissimo con vestiti, alimenti, mobili e manodopera. Noi vogliamo solo un tetto sopra la testa. Se poi un giorno ci chiederanno di pagare un affitto, lasciandoci qui, a noi andrebbe benissimo». Per quanto riguarda i criteri di selezione delle famiglie, Daniele ci spiega che «abbiamo fatto una graduatoria per vedere chi avesse più bisogno, senza badare ad amici o amici di amici: molte persone non si conoscevano prima di arrivare qui. La priorità è stata data a ragazze madri e invalidi».
La storia di Luana
E Luana, appunto, è una madre separata che, in un secondo momento, ha contattato gli occupanti di Area 121, mostrando di avere tutti i requisiti. «Io sono insegnante Cambridge – ci racconta – ma precaria, e con l’emergenza da coronavirus non sono stata più in grado di pagare l’affitto». Luana occuperà un prefabbricato dividendolo con un’altra mamma e suo figlio. Inoltre, dice, «insieme ad altri sto organizzando la semina in questo spazio per fare dei piccoli orticelli, il cui prodotto verrà ripartito tra tutti gli abitanti di Area 121». Luana è una signora distinta e affabile, e ci spiega che «io non avrei mai voluto occupare, questa era veramente l’ultima spiaggia, ma con un bambino piccolo a mio solo carico non ho avuto altra scelta». Lo Stato italiano, insomma, è stato completamente assente e non ha fornito risposte ai tanti cittadini come Luana che sono stati travolti dalla serrata generale. «Io non voglio insegnare il mestiere a nessuno, non voglio farne una questione politica, ma ci terrei a essere protetta in quanto cittadina italiana. L’Italia è una nazione bellissima e il suo popolo, malgrado quello che si dica sul suo conto, sta dando di sé una prova incredibile. Stiamo andando avanti senza l’aiuto di nessuno, aiutandoci tra di noi. Io lo sto vedendo con i miei occhi», ci dice commossa. «Come qui ad Area 121: ognuno dà il proprio contributo, facendo quello che può. Sta nascendo proprio una bella comunità».
Chiaraluce (CasaPound) e il supporto ad Area 121
Se, come abbiamo visto, questa non è un’occupazione di CasaPound, tuttavia le tartarughe frecciate hanno prontamente offerto il proprio aiuto alle famiglie di Area 121. E Carlotta Chiaraluce, portavoce di CasaPound nel X Municipio (quello di Ostia), ci tiene a rimarcare la fiducia di cui gode il suo movimento presso la popolazione lidense: «Noi abbiamo subito voluto rispondere all’appello degli occupanti di Area 121 – dichiara al Primato Nazionale – anche perché, se non lo avessimo fatto noi, non lo avrebbe fatto nessuno. Gli altri partiti politici, qua a Ostia, sono ormai scomparsi. Ed è bello vedere come la gente di tutto il quartiere abbia apprezzato il nostro intervento a sostegno delle famiglie in emergenza abitativa». E per quanto riguarda gli attacchi di stampa e Partito democratico? «Sono polemiche ridicole, che nascono dalla frustrazione: loro su questo territorio non fanno più niente, e quindi non riescono a mandar giù il fatto che, per la popolazione di Ostia, il vero referente politico è di fatto solo CasaPound. Non dimentichiamo, tra l’altro, che il Partito democratico in passato ha causato il commissariamento del Municipio e, anzi, ha fatto uso di locali pubblici per le proprie sedi senza pagare l’affitto, come a via Forni». Quindi, prosegue Chiaraluce, «il Pd sta usando il paravento di CasaPound per nascondere i propri fallimenti. E inoltre il vero razzismo è il loro: per gli abusivi extracomunitari dell’ex colonia Vittorio Emanuele, tutti censiti e senza requisiti, il Pd parla di “abitanti informali”, mentre gli italiani sono sempre e comunque “occupanti”. Insomma, è tutto ridicolo». L’obiettivo delle tartarughe frecciate, conclude Chiaraluce, è quello «di aiutare le famiglie di Area 121 a ristrutturare la zona e poi di metterla a disposizione di tutto il quartiere».
Valerio Benedetti
video di Cristina Gauri