#noicisiamo: la campagna per non togliere i figli alle famiglie impoverite dall’epidemia
Roma, 2 mag – Dal 4 maggio si allenta la quarantena: largo a camminate e visite ai parenti, compresi i congiunti (conviventi, fidanzati e affetti stabili, parenti ascendenti e discendenti, coniuge, la parte di un’unione civile tra persone dello stesso sesso, fratelli, sorelle, affini nello stesso grado, zii e nipoti): lo autorizza il primo comma del primo articolo dell’ultimo Dpcm.
I figli hanno pagato il costo più alto
La fase uno dell’emergenza coronavirus ha separato le famiglie obbligando i “positivi” a tenere la debita distanza dal resto del nucleo. Niente pranzi domenicali e serate in compagnia del parentado. Per i separati la distanza si è fatta ancor più netta e, se per qualcuno il distanziamento è una buona occasione per evitare l’odiato ex, così non è per i figli, come sempre gli unici a pagare il costo più alto quando papà e mamma non vanno d’accordo.
Per il genitore che non vive più sotto il tetto coniugale, in queste settimane, è stato necessario presentare una certificazione idonea fondamentale per poterli vedere. Per chi non l’aveva son fioccate le sanzioni, qualcuno si è dovuto accontentare di fare due parole da un balcone o da una finestra. Alcuni si sono dovuti affidare ad una videochiamata, mentre per quei figli che vivono in comunità la modalità di visita è stata sospesa in modo arbitrario.
La campagna #noicisiamo
Tutto finisce e ora la fase due è arrivata. I genitori separati, molti dei quali nel frattempo diventati anche disoccupati, lanciano la campagna #noicisiamo, indirizzata al governo per contrastare i progetti che in questa emergenza mirano a togliere i figli alle famiglie impoverite.
“Quando questo periodo sarà finito tutti, i bambini e i ragazzi in particolare, avranno bisogno di elaborare ciò che è accaduto”, dicono i promotori. “Quello che chiediamo è di esserci, da genitori, al di là delle condizioni economiche in cui molti si troveranno perché a causa del coronavirus molte aziende hanno chiuso”.
Prosegue il comunicato: “Abbiamo la responsabilità morale di occuparci dei nostri figli che devono poter crescere nel pieno esercizio dei loro diritti, nella maggiore serenità possibile come prevede la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, NewYork 1989. Ci conforta a tal proposito la dichiarazione del Garante dell’Infanzia, contenuta nella nota al Presidente del Consiglio dei Ministri del 24.03.2020, che arriva in pieno clima di Covid-19, il quale ha affermato che è importante che entrambi i genitori collaborino tra di loro per trovare soluzioni rispondenti al superiore interesse dei bambini che hanno bisogno di sapere di essere nei pensieri dei loro genitori, di poter fare affidamento su di loro e di mantenere rapporti con entrambi”.
Antonietta Gianola