Coronavirus, l’allarme della Caritas: “Raddoppiato numero di poveri”
Il numero dei ‘nuovi poveri’ è raddoppiato rispetto al periodo antecedente l’emergenza sanitaria. È l’allarme lanciato dalla Caritas che, attraverso un’indagine condotta in collaborazione con Cei (Conferenza episcopale italiana), ha cercato di tracciare il cambiamento nei bisogni delle persone a seguito dell’ondata epidemiologica.
Chiedono aiuto, cibo e soldi per pagare le bollette d’affitto. Ma anche ascolto e supporto psicologico. Questo, in estrema sintesi, quanto emerge dai dati raccolti dalla Caritas attraverso un’attività di monitoraggio della popolazione durante l’epidemia Coronavirus. L’esito del sondaggio comprova l’effetto devastante del Covid-19 sulle categorie più vulnerabili confermando un aumento sensibile delle richieste di sostegno economico e assistenziale. Un dramma sociale nella tradegia sanitaria che coinvolge sempre più famiglie.
Raddoppiano i nuovi poveri
Il dato allarmante emerge da una rilevazione nazionale che ha coinvolto 101 comunità ecclesiali presenti in Italia – circa il 46% del totale – nelle settimane tra il 9 e il 20 aprile. L’indagine, sviluppata attraverso un questionario destinato ai direttori/responsabili Caritas, ha permesso di esplorare: come cambiano i bisogni, le fragilità e le richieste intercettate nei Centri di ascolto o servizi; come mutano gli interventi e le prassi operative sui territori. L’esito del sondaggio ha confermato il raddoppio nei numeri delle persone che, per la prima volta, si rivolgono ai Centri di ascolto e ai servizi delle Caritas diocesane rispetto al periodo di pre-emergenza. Cresce la richiesta di beni di prima necessità, cibo, viveri e pasti a domicilio, empori solidali, mense, vestiario, ma anche la domanda di aiuti economici per il pagamento delle bollette, degli affitti e delle spese per la gestione della casa. Nel contempo, aumenta il bisogno di ascolto, sostegno psicologico, di compagnia e di orientamento per le pratiche burocratiche legate alle misure di sostegno e di lavoro.
Aumentano i volontari
C’è anche un elemento positivo che emerge dall’indagine e riguarda l’attività di volontariato. Il sondaggio conferma che nel 59,4% delle Caritas sono aumentati i volontari giovani, under 34, impegnati nelle attività e nei servizi, che hanno consentito di far fronte al calo degli over 65 rimasti inattivi per motivi precauzionali. Purtroppo 42 tra volontari e operatori sono risultati positivi al Covid19 in 22 Caritas diocesane e in altre 9 si sono registrati 10 decessi. Di fronte al cambiamento dei bisogni e delle richieste, è stato necessario rivedere anche le modalità di intervento. Nello specifico, sono stati incrementati i servizi di ascolto e accompagnamento telefonico (con 22.700 contatti registrati o anche in presenza negli ospedali e nelle Rsa), la fornitura di pasti da asporto e consegne a domicilio a favore di più di 56.500 persone, la fornitura di dispositivi di protezione individuale e di igienizzanti a circa 290.000 persone; le attività di sostegno per nomadi, giostrai e circensi costretti alla stanzialità; l’acquisto di farmaci e prodotti sanitari. Non è mancata, inoltre, la rimodulazione dei servizi per i senza dimora; i servizi di supporto psicologico; le iniziative di aiuto alle famiglie per smart working e didattica a distanza; gli interventi a sostegno delle piccole imprese e l’accompagnamento all’esperienza del lutto.
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