La priorità del Pd: “Affiancare Bella Ciao all’inno di Mameli”
In piena emergenza Coronavirus ci si dovrebbe dedicare esclusivamente allo studio di interventi economici per non lasciare indietro nessun cittadino.
Mentre titolari e dipendenti di attività costrette a stare chiuse fino al primo giugno attendono direttive e indicazioni per la riapertura, il Partito democratico ha pensato bene di fare una proposta concreta. Bonus? Sussidi? Aiuti economici? Macché! La priorità, ancora una volta, è rappresentata da Bella Ciao. Gian Mario Fragomeli ha presentato una proposta di legge per riconoscerne il valore istituzionale e per affiancare la sua esecuzione a quella dell’inno di Mameli in occasione delle cerimonie per la Festa della Liberazione.
In sostanza il deputato dem vorrebbe ottenere il riconoscimento ufficiale della canzone simbolo della lotta partigiana come canto ufficiale dello Stato italiano. Ma non è finita qui: l’intenzione è anche quella di farla studiare all’interno delle scuole. “Non meno importante, infine, la legge dispone anche che in tutte le scuole, all’insegnamento dei fatti legati al periodo storico della Seconda Guerra Mondiale, della Resistenza e della lotta partigiana, venga affiancato anche lo studio della canzone Bella Ciao”, ha spiegato il lecchese della Brianza.
“Ricordo e memoria civica”
Fragomeli ha parlato della genesi e della diffusione di Bella Ciao, che a suo giudizio spesso vengono associate “unicamente al periodo storico della Resistenza e del movimento partigiano contro l’oppressione nazifascista”. Ha invece fatto affidamento a studi filologici che dimostrerebbero come il canto trovi maturazione e diffusione “in diversi periodi collocabili tra la metà degli anni Cinquanta, in un momento in cui la politica ha la necessità di unificare le varie anime della Resistenza”. Successivamente è diventato un inno condiviso e cantato da movimenti popolari di tutto il mondo grazie ai “temi assoluti della lotta all’oppressione e del valore della democrazia”.
Perciò il deputato del Partito democratico lo giudica non un canto divisivo che opprime una singola parte politica. Tutte le forze politiche democratiche in campo “possono ugualmente riconoscersi negli ideali universali cui si ispira la canzone”, dalla lotta patriottica “contro ogni forma di prevaricazione” al diritto di cittadinanza e di civile convivenza “all’insegna della tolleranza e dell’uguaglianza fra i popoli”, passando per la riaffermazione dell’identità nazionale “attraverso il ricordo e la memoria civica”. Da qui la sua proposta di legge, che riconosce Bella Ciao “come canto ufficiale dello Stato Italiano, facente riferimento al Cerimoniale di Stato nell’ambito dei festeggiamenti per la Festa della Liberazione e che la sua esecuzione segua quella dell’inno nazionale in occasione delle cerimonie ufficiali per i festeggiamenti del 25 aprile”.
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