Sergio Mattarella, retroscena dal Quirinale: “Non vuole passare per la balia di Giuseppe Conte”
Cresce l’insofferenza nel governo nei confronti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Matteo Renzi come anticipato da alcune fonti di Italia Viva ha lanciato al premier una sorta di ultimatum in aula al Senato: “Le libertà costituzionali vengono prima di lei. Lei non consente la libertà, la riconosce. Io rivendico di aver contribuito a creare un nuovo governo quando il senatore Salvini ha chiesto pieni poteri. Non li abbiamo negati a lui per darli ad altri, è un fatto costituzionale che dobbiamo tutti insieme difendere”, ribadisce. “Noi glielo diciamo in faccia: siamo a un bivio. Lei è stato bravo a rassicurare gli italiani, non era facile. Nella fase 2 della politica non basta giocare sul sentimento della preoccupazione o sulla paura, c’è una ricostruzione devastante da fare. Richiederà politica, visione, scelte coraggiose e che non può essere ferma nel modo in cui abbiamo iniziato. Siamo ad un bivio”.
Insomma, un discorso durissimo quello di Renzi che ancora prima di essere pronunciato ha messo in allarme il Quirinale. C’è molta preoccupazione al Colle per le tensioni interne – ed esterne – al governo.
Se dovesse davvero cadere la maggioranza, a quel punto che cosa farebbe il presidente Sergio Mattarella? Quale nuova maggioranza si formerebbe? E su quale programma? Con il sostegno di quali partiti? Sono queste le domande, scrive Marzio Breda sul Corriere della Sera, che pongono al Quirinale tutti quelli (soprattutto Renzi e Matteo Salvini) che vogliono spodestare Conte da Palazzo Chigi. Interrogativi che però non trovano udienza da parte dello stesso presidente della Repubblica.
“Uno scenario del genere – è la riflessione di Mattarella, che non co-governa e quindi non vuole passare per la balia di Conte – dovrebbe ispirare buonsenso a qualsiasi attore politico”, conclude Breda. “A partire da coloro che propongono azzardatissime soluzioni in casa nostra (per esempio il liberi tutti subito e senza cautele), pretendendo dall’ Europa il miracolo di aiuti incondizionati e a fondo perduto. Atteggiamenti quasi provocatori, che hanno minato i primi tentativi di unità nazionale invocata dal Colle”.