L’Ue ci dà soltanto 60 milioni: così Conte riceve l’elemosina

L’Italia è il primo Paese europeo a chiedere aiuto alla Commissione Europea, attraverso il Fondo solidarietà.

La Commissione raccoglierà le richieste di qui al 24 giugno, dopodiché le esaminerà e farà proposte di aiuto finanziario al Parlamento Europeo e al Consiglio. La commissaria per la coesione e le riforme, Elisa Ferreira, ha ricordato che “l’Italia è attualmente lo Stato membro più colpito dalla crisi del coronavirus ed è il primo paese a chiedere l’aiuto del Fondo di solidarietà dell’Ue in questo contesto. Grazie alla sua estensione il campo di applicazione, che comprende ora anche le emergenze in materia di sanità pubblica, il Fondo fa parte degli strumenti che la Commissione ha rapidamente messo in atto per alleviare l’onere a carico dei bilanci degli Stati membri, come una dimostrazione concreta della solidarietà europea in questi tempi difficili”.

Sarà, ma stiamo parlando di risorse davvero esigue, come ricorda Il Tempo. E la mossa del governo italiano in questo senso sa un po’ di disperazione. La somma disponibile per tutti i 27 paesi membri nel 2020 è di 800 milioni di euro, cioè memo di 30 milioni di euro a testa per pagare “la fornitura di assistenza medica e l’ acquisto di attrezzature mediche, il sostegno ai gruppi vulnerabili, misure per contenere la diffusione della malattia, rafforzare la preparazione e altro ancora”. Tuttavia, vista la situazione del nostro Paese, sottolinea Il Tempo, Roma potrebbe avere qualcosa in più, circa 60 milioni di euro. Come riporta il sito web della Commissione europea, il Fondo di solidarietà dell’Unione europea (Fsue) è nato per rispondere alle grandi calamità naturali ed esprimere la solidarietà europea alle regioni colpite all’interno dell’Ue. Il Fondo è stato istituito a seguito delle gravi inondazioni che hanno devastato l’Europa centrale nell’estate del 2002. Da allora è stato utilizzato ben 80 volte in risposta a diversi tipi di catastrofi, tra cui inondazioni, incendi forestali, terremoti, tempeste e siccità. Finora sono stati erogati oltre 5 miliardi di euro a favore di 24 paesi europei.

Nel frattempo viene a galla la verità sull’ultimo vertice europeo, definito dal premier Conte un successo. Come ha sottolineato la tv tedesca ArD, lo strumento del Recovery Fund tanto strombazzato da Conte è al momento solo oggetto di discussione tra i 27 Paesi dell’Unione europea. In ogni caso, nella migliore delle evenienze, questo sarà attivato a partire dalla fine del 2020 e si tratterà per lo più di prestiti. Ogni Paese membro dell’Ue dovrà versare una quota e poi accedere al fondo tramite somme di denaro da restituire. Come se non bastasse, ha aggiunto il Financial Times, questi prestiti dovranno essere attivati tramite la linea di credito predisposta dall’art. 122 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea, il quale parla di ”assistenza finanziaria dell’Unione allo Stato membro interessato”. La verità è che il summit europeo è stato un fallimento per il governo italiano, da ogni punto di vista: sono stati definitivamente archiviati gli eurobond e ogni forma di mutualizzazione del debito, mentre rimane sul tavolo il Recovery Fund, che però non si sa quando verrà approvato, oltre, naturalmente, al Mes.

il giornale.it

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