La profezia choc sulla fase 2: “70mila morti entro fine anno”
70mila morti in Italia soltanto nel primo anno di pandemia con il virus pieanamente attivo anche alla fine del 2020.
È quello che potrebbe accadere durante la Fase 2 se l’attenzione non rimarrà alta e si faranno meno tamponi.
L’allarme arriva dai dati di una ricerca universitaria italiana firmata da Giulia Giordano, prima autrice, alla quale hanno collaborato ingegneri delle università di Trento, di Udine e del Politecnico di Milano, insieme con i medici del San Matteo di Pavia, incluso Raffaele Bruno, l’infettivologo che ha curato il “paziente uno”, il 38enne Mattia. Lo studio è pubblicato sulla rivista Nature Medicine.
Le tre ipotesi
“Abbiamo fatto almeno tre ipotesi diverse: con il mantenimento di un lockdown ferreo l’epidemia si esaurirebbe in uno o due mesi – racconta la ricercatrice a Repubblica – Passando alla fase due senza tamponi e senza controllo dei contatti potremmo arrivare a 70 mila vittime e i contagi resterebbero sostenuti: alla fine dell’anno l’epidemia sarebbe ancora in corso e la conta dei morti continuerebbe nel 2021. Allentando il lockdown, ma mantenendo l’attenzione estremamente alta sui nuovi focolai, con test fatti rapidamente ed estensivamente, l’epidemia resterebbe più o meno ai livelli di contrazione attuale, con un tasso di replicazione di 0,77, leggermente superiore a quello di oggi, e si concluderebbe entro l’anno con un numero totale di vittime fra 30 e 35 mila”.
Il modello che spiega il virus
I modelli si sono potuti realizzare grazie all’aiuto dei medici del San Matteo che “ci hanno aiutato a tracciarne le caratteristiche – spiega la Giordano – con i numeri dei contagi del primo mese, abbiamo creato un modello che è in grado di riprodurre i dati e anticipare anche l’andamento dell’epidemia nel futuro. Modificando alcuni parametri, come appunto la rigidità del distanziamento sociale, siamo in grado di vedere come reagiranno le curve”. Il diagramma allegato in basso vede le curve risalire in modo preoccupante se non verranno rispettate le giuste misure di contenimento.
L’importanza dei tamponi
Nello studio si fa riferimento ad un “tracciamento aggressivo”, ossia adottare tutte quelle misure per scongiurare che si verifichino tutti gli scenari peggiori per la diffusione della pandemia. Per evitarli, bisogna mettere in atto “tutte le misure che permettono di identificare precocemente i positivi e interrompere le catene di contagio, oltre a un rispetto ferreo delle regole d’igiene e della distanza fra le persone. Non distinguiamo fra app o altri metodi. Ma confidiamo che lo strumento principale resterà il tampone, da fare il prima possibile a tutti i sospetti contagiati e ai loro contatti”.
Il messaggio dei ricercatori è chiaro: “Solo un tracciamento aggressivo ci permetterà di allentare il lockdown senza conseguenze gravi”. Altrimenti, la pandemia potrebbe continuare indisturbata ancora a lungo.
il giornale.it