L’infettivologo Bassetti: “Il clima di terrorismo mi sembra esasperato”
Il coronavirus sembra aver allentato la presa. C’è spazio per un po’ di speranza. Anche Matteo Bassetti, presidente della Società italiana di terapia antinfettiva, direttore delle malattie infettive a Genova, si è detto ottimista, tanto da concedersi per la prima volta, finalmente, una domenica libera.
Aprile: il mese della svolta
Come riportato da Quotidiano.net, l’infettivologo ha spiegato che l’emergenza sanitaria, almeno quella grave, è finita. Adesso i reparti ospedalieri e i pronto soccorso sono tornati alla normalità. I medici stanno curando pazienti che si sono infettati tre, quattro settimane fa. E i nuovi casi sono molto meno complicati da gestire. Quelli gravi tendono praticamente a zero. Per Bassetti il mese peggiore è stato marzo. Il professore ha ammesso di non aver mai visto in passato “tanti ricoveri tutti insieme per la stessa patologia. La pandemia da coronavirus è stata devastante perché concentrata in sei settimane”. Adesso la situazione sembra essersi stabilizzata e aprile potrebbe davvero essere considerato il mese della svolta.
Ci sono stati momenti in cui, forse, la comunicazione quotidiana di contagi e decessi non ha fatto bene alla popolazione. Come sottolineato da Bassetti, in Francia, Spagna o Belgio, dove la situazione era simile alla nostra, questo non è avvenuto e la gente si è terrorizzata meno. L’infettivologo ha tenuto a ribadire che indossare la mascherina in luoghi affollati, come per esempio al supermercato, va bene. Ma metterla anche se si cammina da soli è inutile.
Il fatto che l’emergenza sanitaria grave sia finita, non vuol dire però che adesso ci sia “il liberi tutti. Ci sono ancora tanti interrogativi aperti, ad esempio ignoriamo il numero di persone asintomatiche rimaste a casa senza tampone. Lo scopriremo con i test sierologici. Con questo virus per parecchio tempo ormai dovremo farci i conti”. Come precisato da Bassetti, maggio e giugno saranno mesi importantissimi per raggiungere la soglia di zero contagi. Siamo stati i primi a chiudere e saremo gli ultimi a riaprire. Secondo il parere del professore c’è stata troppa paura ed è mancato forse un po’ di coraggio. Adesso però dobbiamo essere prudenti.
Il terrorismo non aiuta nessuno
L’epidemia sembra essere sotto controllo e i tamponi, che prima erano oltre il 30%, ora sono sotto il 5%. C’è il bisogno di uscire “da questo terrorismo che non aiuta nessuno. Cosa succederà a ottobre è ancora presto per dirlo”. Il virus sta circolando meno e si è detto ottimista. Bassetti stima in circa 3 milioni i contagiati in Italia, mentre i decessi andrebbero invece ricalcolati. Ma, come ha sottolineato lui stesso, molti morti risultati positivi al tampone, non sono deceduti di coronavirus, ma di altre patologie. Fiducioso quindi, sia perché i numeri sono calati, sia perché le cure sembrano funzionare. Ieri, domenica 26 aprile, il professore si è concesso una pausa, ha fatto un giro ed è stato fermato quattro volte per essere controllato: “Sembra uno stato di polizia” ha commentato.
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