Bergamo, ora lo Stato batte cassa alle famiglie delle vittime: “Pagate trasporto militare e cremazione”
Bergamo, 24 apr – I bergamaschi non hanno ancora finito di piangere i propri morti di Covid-19, che lo Stato arriva a batter cassa mandando il conto – di centinaia e centinaia di euro – di trasporto bare e cremazione alle famiglie delle vittime. Sono ancora negli occhi di tutti le immagini atroci delle colonne di mezzi militari che per due settimane hanno attraversato le vie di Bergamo trasportando, per cremarli in altre città, 936 feretri dei deceduti per coronavirus. Talmente tante bare che il forno crematorio comunale, pur lavorando 24 ore su 24, non riusciva a bruciarle tutte, rendendo necessario il trasferimento in altri comuni. Ebbene questa operazione ha avuto, come ovvio, un costo, che lo Stato italiano ha deciso dovesse ricadere proprio sui congiunti delle vittime.
Lo Stato chiede il conto
Hanno dovuto dire loro addio senza nemmeno vederli per un ultimo saluto – molti di loro hanno visto i loro parenti per l’ultima volta sull’ambulanza che li caricava per portarli in intensiva, e se li sono poi visti recapitare in un’urna tempo dopo. In tutto questo c’è chi ha dovuto gestirsi situazioni al limite dell’assurdo, come lo smarrimento delle urne, o dei feretri. Dopo tanto strazio, tanti ora si sono visti bussare alla porta con la richiesta di rimborso da parte di quello stesso Stato che non è riuscito a proteggere le vite dei loro cari, ma che è così solerte nel presentare il conto a fine partita.
La denuncia di Calderoli
Lo ha denunciato il vicepresidente del Senato Calderoli in un durissimo post su Facebook. «Lo Stato chiede ai bergamaschi il costo della cremazione delle loro vittime? Una vergogna!», inizia così l’attacco del senatore. «Le famiglie di Bergamo che non hanno potuto salutare e seppellire i propri cari uccisi dal Coronavirus nelle tragiche settimane di massimo picco adesso si stanno vedendo recapitare le fatture per il trasporto, fuori Regione, delle salme dei propri cari inviate nei cimiteri di Ferrara, Modena ecc per la cremazione», spiega. La vergognosa richiesta di rimborso, peraltro, è relativa a un servizio che i parenti delle vittime non avevano scelto volontariamente: «Ma ci rendiamo conto a quale vergogna siamo arrivati? Lo Stato chiede soldi alle famiglie che non hanno mai più visto i loro cari e hanno dovuto accettare che venissero portati altrove perché le strutture cimiteriali bergamasche erano al collasso?», continua.
Lo Stato paghi e chieda scusa
Quindi oltre al lutto, oltre alle difficoltà economiche, spesso insormontabili, derivate dai due mesi di chiusura delle attività lavorative, ora lo Stato pretenderebbe anche il rimborso da coloro che non ha saputo tutelare: «Ora il governo si attivi subito con un emendamento al decreto liquidità per rimediare a questa vergogna. Questi soldi li paga lo Stato, che non ha saputo proteggere la vita di queste persone, che non ha voluto mettere la zona rossa in Val Seriana per limitare il diffondersi dei contagi, e non ha saputo controllare questa pandemia, nonostante gli avvisi da gennaio di tutte le organizzazioni sanitarie a riguardo. Questo non è uno Stato!», conclude. «Da Roma esigiamo che parta una lettera di scuse destinata ad ognuna di queste famiglie. Si vergogni Conte, si vergognino i suoi ministri».
Un atteggiamento talmente vergognoso che persino un deputato di Italia Viva, Maria Chiara Gadda, ha chiesto di fare luce sulla vicenda «Tutti abbiamo visto le immagini delle bare portate via dai camion dell’Esercito, è necessario fare subito chiarezza per non aggiungere umilianti disagi a chi ha già subito il dolore indicibile di perdere una persona cara, spesso senza neanche poterla salutare. Chi ha chiesto loro le spese? A che titolo?», scrive anche lei su Facebook.
Cristina Gauri