Fase 2, dal 4 maggio 2,8 milioni di italiani torneranno al lavoro
La fase due è dietro l’angolo. Il prossimo passo? Mobilitare tra i 2,7 e i 2,8 milioni di italiani.
È la decisione presa dal governo, impegnato in videoconferenza con la task force guidata da Vittorio Colao. Sono quegli uomini e quelle donne che si aggiungono a quelli che stanno lavorando già durante la fase uno (quella del lockdown) nelle filiere e nelle attività considerate essenziali per affrontare l’emergenza. Si riparte, dunque. I lavoratori serrano i ranghi. Il Paese è pronto a riaccendere i motori.
La cifra di chi ritorna al lavoro in realtà è molto più ampia, ma altri continueranno a svolgere le proprie manzioni in smart working. Gli over 65 e altre fasce di lavoratori più in difficoltà resteranno invece protetti. Ancora per un po’. C’è chi dice fino alla scoperta di un vaccino: la fase tre. Chissà.
Colao avrebbe presentato al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, un documento breve. Si parla di appena cinque pagine. In queste righe si mettono in evidenza i requisiti necessari alla riapertura del Paese. Tra i primi, la necessità immediata di un protocollo per i mezzi pubblici, considerato che il 15% dei lavoratori di manifattura e costruzioni li usano per andare al lavoro. C’è poi la necessità di aggiornare il protocollo di sicurezza firmato con i sindacati il 14 marzo. E c’è soprattutto la necessità di avere a disposizione i dispositivi di protezione individuale, quelle mascherine ffp2 e ffp3 che in questo momento valgono ben più di un’app sullo smartphone.
Il commissario straordinario, Domenico Arcuri, ha comunicato che attualmente vengono consegnate 4 milioni di mascherine al giorno. Ne servono però 7 milioni per coprire il fabbisogno di un popolo che vuole tornare in trincea. “Chi ha tutto può partire subito, già dal 27 aprile”, è questa la proposta di Colao. Ma nella discussione tra i ministri si sta cercando di definire cosa significhi tutto: spazi, mascherine, turni adeguati al distanziamento, trasporti che evitano l’affollamento.
La discussione si è poi incagliata sul prezzo di questi benedetti dispositivi. C’è chi ichiede un prezzo fissato dallo Stato. Il prezzo deve essere calmierato? Serve un prezzo politico? Si chiedono ministri e capi di partito. Alcuni ministri ritengono sia necessario, ma questa sarebbe un’ulteriore complicazione. L’importante appuntamento è stato annunciato dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti dem, Paola De Micheli , questa mattina in radio a “Circo Massimo” su Radio Capital. “Oggi il governo fa le valutazioni complessive per decidere se la graduale riapertura delle attività partirà dal 4 maggio”. Ha spiegato che si tratterà di una valutazione collegiale approfondita sia sulla base delle questioni sanitarie, sia sulle modalità con le quali gli italiani hanno voglia di tornare al lavoro. Presto, si dice tra i corridoi del Palazzo, ci sarà la ripartenza.
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