Quando l’Oms assicurava: “Non c’è evidenza di trasmissione del coronavirus da uomo a uomo”
Roma, 19 apr – Ormai viviamo in un mondo dove tra informazione, controinformazione, fake news, debunker non si sa più a chi affidarsi. Per questo motivo, in un momento così particolare, i canali ufficiali puntano sugli esperti. Visto il momento tragico dal punto di vista sanitario in cui ci troviamo, quali maggiori esperti se non quelli dell’Oms? Eppure il web “non dimentica”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, come riportato dal suo account Twitter il 14/01/2020, afferma che “da indagini preliminari condotte dalle autorità cinesi non è stata trovata alcuna evidenza di trasmissione da uomo a uomo del nuovo coronavirus identificato a Whuan”.
Il problema sorge circa 2 settimane dopo quando è la stessa Oms a dichiarare il rischio di pandemia. Ma com’è possibile passare nel giro di sedici giorni da nessun evidente trasmissione tra le persone a una emergenza globale? Certo, in ambito scientifico l’utilizzo del termine “preliminary” per indicare uno studio può mettere al riparo da possibili esiti negativi ma di certo deve dare un’idea di quello che si sta studiando. Un po’ come un mettere le mani avanti.
Chi ha sottovalutato l’emergenza?
Nel frattempo il problema si espande a macchia d’olio, l’Oms cerca di correre ai ripari con task force di esperti (sempre loro) a Wuhan mentre le settimane trascorrono e i morti aumentano. L’11 marzo il colpo di teatro: per mezzo del suo direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, l’OMS dichiara lo stato di pandemia. A questo punto chi ha sottovalutato cosa? Quanta credibilità può avere ancora l’Oms? In teoria, ma anche in pratica, gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dovrebbero dare indicazioni sulla gestione delle emergenze e non navigare a vista. Ma se sono i primi a non sapere che rotta tracciare, il viaggio non può che essere una tragedia.
A rincarare la dose ci ha pensato di recente Donald Trump che ha sottolineato come la condotta tenuta dall’Oms circa la pandemia abbia fatto acqua da tutte le parti: dalle informazioni alla gestione vera e propria. Quando tutto questo sarà finito forse qualcuno dovrà rivedere la propria posizione e ammettere di aver condotto con estrema superficialità la peggior crisi sanitaria del nuovo millennio.
Nicolò Pastino