La Grecia si salverà dal virus, ma non dalla crisi
È stato elogiato dalla quasi totalità delle sue controparti internazionali il premier greco Kiriakos Mitsotakis per il modo esemplare in cui la Grecia è riuscita a contenere la diffusione della pandemia di coronavirus sul territorio nazionale. Con le misure preventive e restrittive messe in campo sin dal rilevamento del primo contagio e con il lockdown imposto in tutto il Paese a soli quattro giorni dalla prima vittima accertata, Atene si è rivelata forse l’unico caso asintomatico d’Europa, giocandosela fino all’ultimo con il Portogallo di Antonio Costa.
L’emblema della durezza delle restrizioni – ma al tempo stesso della resilienza della popolazione – è segnata proprio da questa settimana di Pasqua ortodossa, in cui le sanzioni sono state raddoppiate e la popolazione sta rispettando le decisioni governative – come evidenziato anche dal rialzo dei consensi. Tuttavia, come accade quando il corpo combatte contro nemici esotici come la malattia del sonno, una cura troppo potente potrebbe uccidere il paziente. Dalle stime del Fondo monetario internazionale (e riportate su IlSole24Ore del 19 aprile 2020) l’economia della Grecia potrebbe subire una contrazione anche oltre il 10%: peggio di quanto accadde nel 2011, quando il dato si fermò al 9,1% del Pil.
Turismo e ristorazione: l’anello debole dei greci
I risultati positivi conseguiti sotto l’aspetto sanitario rischiano dunque di non ripetersi anche sotto quello economico, dove le conseguenze di una netta e duratura serrata hanno già messo in evidenzia i limiti operativi dl Paese. Nonostante i tempi stretti in cui è stato imposto il lockdown – sacrificando il turismo primaverile della Grecia – la speranza di riuscire a sbloccare le cose per l’estate sembra al momento molto complicato, e questo particolare rischia di essere l’anello debole del piano messo in campo da Atene.
Con quasi un quinto del proprio Pil derivante dal turismo e dalla ristorazione, la mancanza di turismo estero ed il rallentamento di quello interno sono un colpo che difficilmente la Grecia riuscirà ad assorbire. E benché il governo guidato da Mitsotakis abbia già messo in campo tutte le sue armi per favorire la ripresa e la sussistenza degli operatori del settore, il futuro in questo momento appare assolutamente grigio – se non addirittura nero.
Syriza promuove la sanità ma boccia l’economia
“Se si tratta di tutelare la salute dei cittadini non si fanno polemiche”. Con queste parole, riportate da IlSole24Ore, un portavoce di Syriza ha descritto l’opposizione del governo in queste complicate settimane. A ben guardare, infatti, la Grecia ha potuto contare anche sull’unità di interni a livello parlamentare per sostenere una sanità del Paese che, nonostante tutti i limiti imposti dall’austerity, si è dimostrata la più efficiente d’Europa.
Tuttavia, lo stesso appoggio non è stato dato alle misure studiate per la ripresa economica, che il partito di Alexis Tsipras non ha votato e che si è detto disposto a combattere con tutte le proprie forze, in quanto non ancora sufficienti. E forse sarà anche questo uno dei motivi che renderanno la fase di ripresa ancora più complicata della fase di contrasto alla pandemia di coronavirus.
La Grecia prende liquidità, ma sarà iper-indebitata
Con la contrazione del Pil del 2020 e con l’incremento dei finanziamenti che Atene ha ottenuto per far fronte alla crisi economica-sanitaria del Covid-19 il rapporto di indebitamento potrebbe arrivare al 200% alla fine dell’anno solare – stando alle previsioni dell’Fmi. E nonostante la Grecia abbia di nuovo acquisito la possibilità di accedere ai programmi di Qe della Banca centrale europea e possa ritrattare il proprio debito sui mercati, gli scenari sono tutt’altro che rosei.
Questa situazione viene aggravata dal fatto che Atene, nonostante i grandi passi in avanti che è doveroso riconoscere, non sia ancora completamente libera dal giogo dei controlli internazionali e ciò conduce al rischio che manovre future improntate all’espansione economica possano non essere approvate, riducendo la ripresa degli apparati economici. E questo scenario, forse, è quello che al momento sta preoccupando maggiormente i palazzi governativi della Grecia.
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