Scoppia l’ira di Salvini: “La cassa integrazione non è ancora arrivata”
Nonostante le garanzie da parte del premier Giuseppe Conte, non tutte le indennità relative alla cassa integrazione erano disponibili ieri sui conti correnti dei lavoratori che ne avevano diritto .
Eppure gli italiani, in questo difficile momento, oltre all’isolamento domiciliare stanno affrontando un ulteriore sacrificio: affrontare le spese quotidiane senza poter contare sullo stipendio. Del resto, molti non possono recarsi al lavoro e non hanno la possibilità di effettuare lo smart working.
A ricordare all’esecutivo che le indennità agli italiani non sono ancora arrivate ci ha pensato Matteo Salvini che nel corso di una conferenza stampa al Senato ha sottolineato che”la cassa integrazione, che qualcuno aveva promesso per il 15 aprile, ma oggi siamo al 16 aprile, è zero, niente sui conti correnti degli italiani”. “Lo dico senza nessuno spirito polemico – ha aggiunto il leader della Lega- è solo una annotazione di cronaca”.
I tempi della cassa integrazione, come aveva ammesso lunedì in una nota il governo, si allungano. Forse, ma non ci sono ancora certezze, i lavoratori potrebbero vedere il denaro entro un mese. Palazzo Chigi aveva spiegato che “30 giorni dalla ricezione della domanda” è comunque un tempo veloce soprattutto in considerazione che “i tempi ordinari per il pagamento della Cassa integrazione sono sempre stati di due o tre mesi”. Ma la spiegazione non soddisfa i lavoratori costretti a rimanere fermi e senza soldi a causa dell’emergenza coronavirus. Non sono poche le persone che faticano ad arrivare a fine mese. Claudio Durigon, responsabile lavoro della Lega, aveva attaccato il governo sottolineando che “il ritardo è un’ammissione di incapacità, visto che si era parlato di”fine marzo, al massimo entro il 15 aprile”.
Come aveva riporta Il Messaggero, secondo dati ufficiali all’Inps sono arrivate richieste di Cigo, da parte di 198.000 imprese per quasi tre milioni di dipendenti. A queste si aggiungono circa 100mila domande per l’assegno ordinario che riguardano 1,7 milioni di lavoratori. In base ad alcune stime, circa la metà degli aventi diritto potranno godere dell’indennità nei tempi previsti perché l’assegno di cassa integrazione sarà anticipato direttamente dall’azienda. I meno fortunati, invece, dovranno aspettare.
Brutte notizie anche per la cassa integrazione in deroga di competenza delle Regioni. Anche in questo caso i tempi si sono allungati. Alcune Regioni stanno procedendo a firmare convenzioni aggiuntive a quella nazionale con l’Abi, l’Associazione bancaria italiana, per l’anticipo degli ammortizzatori sociali da parte degli istituti di credito. La Lombardia è in prima fila per aiutare i lavoratori. “Abbiamo raggiunto un accordo che stiamo aspettando l’Abi formalizzi, in base al quale noi garantiamo alle banche il pagamento della cassa integrazione nel caso in cui per qualche ragione non dovesse pagare l’Inps”, ha annunciato il governatore della Lombardia Attilio Fontana. All’incirca sullo stesso modello si stanno muovendo anche il Veneto e la Toscana.