40mila mascherine e 1250 litri di gel per Palazzo Chigi: per il governo le scorte di Conte sono pure troppo scarse
Nessuna ”scorta clamorosa”, non è stato organizzato un ”ospedale” a palazzo Chigi. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico d’Incà, risponde nell’Aula della Camera alle interrogazioni di Lega e Fdi che chiedono chiarezza sull’acquisto di materiale sanitario (mascherine, gel igienizzate, guanti e bombole di ossigeno) già prima del 20 febbraio ad ”uso della presidenza del Consiglio”.
Le interrogazioni di Molinari e Lollobrigida
I capigruppo Riccardo Molinari e Francesco Lollobrigida, chiedevano la presenza al question time del premier Giuseppe Conte, che accusano di ”delirio di onnipotenza’, e vogliono capire se sono fondati gli articoli stampa che parlano di ”scorte sanitarie ingenti e clamorose” in piazza Colonna ottenute dal presidente del Consiglio per l’emergenza Covid-19 quando nel Paese scarseggiavano le provviste di ‘protezioni individuali’.
D’Incà: materiale decisamente “modesto”
D’Incà assicura che si tratta di ”quantitativi di materiale sanitario decisamente modesti se si considera il numero complessivo dei soli lavoratori degli uffici della presidenza del Consiglio dei ministri, che sono circa 3.000 e sono dislocati non solo a palazzo Chigi, ma in circa 15 sedi differenti” e sottolinea che gli acquisti di farmaci, mascherine e guanti sono stati ”trasparenti”.
Il ministro indica nel dettaglio gli ‘ordini’: un ”numero limitato di 500 mascherine del tipo FFP3, che, a tutt’oggi, non sono state, peraltro, ancora consegnate”; “sono stati consegnati”, invece, 1250 litri di gel igienizzante”, “310 confezioni da 100 guanti ciascuna” e ”11.600 mascherine chirurgiche”, tutte comprate dopo l’emanazione della direttiva Dadone del 25 febbraio scorso che imponeva a tutte le amministrazioni pubbliche di adottare misure di igiene e protezione a favore dei dipendenti.
Ordini seguiti alla direttiva della PA
A queste si aggiungono 32mila 400 mascherine chirurgiche che dovrebbero essere consegnate a maggio. ”Quanto agli acquisti di guanti, gel disinfettante e mascherine chirurgiche -ci tiene a sottolineare D’Incà- si fa presente che la ministra per la Pubblica amministrazione ha emanato, il 25 febbraio 2020, una direttiva che ha imposto a tutte le amministrazioni pubbliche l’adozione di misure di igiene e di protezione a beneficio di tutti i dipendenti e di tutti coloro che, a diverso titolo, operano o si trovano presso l’amministrazione”.
“Nei giorni successivi all’emanazione di questa direttiva -dice- la presidenza del Consiglio ha avviato le procedure negoziali che hanno portato all’acquisto e alla consegna di 1.250 litri di gel igienizzante, di 310 confezioni da 100 guanti ciascuna, di 11.600 mascherine chirurgiche”.
D’Incà: non sono scorte clamorose
“Altre 32.400 mascherine chirurgiche -aggiunge- sono state pure ordinate e dovrebbero essere consegnate, in base all’originaria previsione a fine maggio”. I “materiali di cui sopra -assicura il ministro- non costituiscono ‘scorte clamorose’, né tantomeno sono frutto di valutazioni ‘egoistiche’ effettuate dagli uffici della presidenza del Consiglio. Mi basti ricordare, in proposito, che, a ieri, la Protezione civile ha consegnato 97.108.045 mascherine e 15.156.000 guanti”. Quanto all’utilizzo, prosegue D’Incà, “le mascherine sono poste a disposizione di tutti i lavoratori che, per ragioni di spazio o di mansioni, non sono in condizione di rispettare le prescritte distanze di sicurezza durante l’espletamento delle loro funzioni”.