Migranti, gli sbarchi non si fermano. Riccardi: “Regolarizzare gli stranieri”
L’Italia ha chiuso i suoi porti a causa dell’emergenza sanitaria provocata dal nuovo coronavirus ma i migranti continuano a sbarcare.
Come sottolinea il quotidiano La Stampa, un gommone carico di 77 persone è arrivato ieri nel sud est della Sicilia, a Portopalo di Capo Passero. Un altro, colmo di 101 persone, è invece sbarcato, sempre in maniera autonoma a Pozzallo.
I migranti sono stati controllati nei porti e trasferiti in strutture isolate preparate ad hoc dove trascorreranno la quarantena. Già, perché l’hotspot di Pozzallo, oltre a ospitare 50 soggetti, deve fare i conti con un malato di coronavirus.
Ma non è finita qui perché una terza nave, con 47 persone e situata nella zona Sar di Malta, è stata raggiunta e soccorsa dalla Ong basca Salvamento Maritimo Humanitario. La quarta barca, con 55 persone, sarebbe invece stata localizzata e seguita a distanza da un aereo di Frontex. Insomma, la situazione nei mari prossimi all’Italia è letteralmente esplosiva.
La proposta di Riccardi: regolarizzare gli stranieri
Gli sbarchi dei migranti, con l’arrivo della bella stagione, sono dunque tornati a premere sul nostro Paese. Ma tra nuove segnalazioni, azioni delle Ong e falsi allarmi, c’è anche chi spinge per regolarizzare gli stranieri presenti sul territorio italiano.
Nel corso di un’intervista rilasciata a La Stampa, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Antonio Riccardi ha le idee chiarissime: “C’è bisogno di loro sia per le attività nelle campagne sia per l’assistenza agli anziani”. “In Italia – ha spiegato Riccardi – ci sono 600 mila immigrati irregolari che vivono ai margini e possono alimentare focolai di infezione. Occorre regolarizzarli prevedendo permessi di soggiorno temporanei: dobbiamo farlo per garantire la salute di tutti e la tenuta sociale del Paese. Questi stranieri sono fondamentali per il settore agricolo e per i servizi alla persona: nella fase 2 ci sarà ancor più bisogno di loro”.
Riccardi sottolinea come secondo la Confagricoltura servano 200mila lavoratori. “Provo a lanciare un’ipotesi – ha aggiunto – vanno regolarizzati coloro che erano presenti in Italia il 4 marzo, la data in cui il premier ha firmato uno dei primi decreti contro il coronavirus”.
A chi gli fa notare che un provvedimento del genere sarebbe molto impopolare, Riccardi risponde così: “Vogliamo far marcire i pomodori nei campi? Lasciar morire gli anziani negli istituti? Così gli italiani diventano ultimi, non primi. La sensazione che ho io è che oggi si guardi alla realtà in modo meno conflittuale. Se dovessi dare un consiglio ai politici direi di essere saggi perché gli italiani si informano di più e cercano soluzioni concrete, non si accontentano di un capro espiatorio”. Con buona pace dei tanti italiani che hanno perso o perderanno il lavoro per via delle gravi conseguenze sull’economia del Covid-19.
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