L’autogol di Conte: gli italiani non hanno gradito gli attacchi in tv
Lo show televisivo andato in onda venerdì sera non ha apportato alcun vantaggio a Giuseppe Conte: il presidente del Consiglio, sfruttando la conferenza stampa trasmessa a reti unificate per annunciare il prolungamento delle misure restrittive fino al 3 maggio per tentare di contenere la diffusione del Coronavirus, ha sferrato un durissimo attacco nei confronti di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni.
Il premier ha accusato entrambi di aver diffuso “menzogne” sul Mes che potrebbero compromettere la “forza negoziale” dell’Italia nelle trattative con l’Unione europea. L’avvocato era probabilmente turbato da una parte per l’Eurogruppo infuocato che ha visto l’Italia piegarsi al fronte dei rigoristi e dall’altra per la fronda grillina pronta a insorgere qualora il nstro Paese dovesse fare ricorso al fondo salva-Stati.
La sfuriata del capo del governo però non è affatto piaciuta agli italiani: stando al sondaggio di Antonio Noto per il Quotidiano nazionale, il 54% degli intervistati ha definito fuori luogo le accuse lanciate ai leader della Lega e di Fratelli d’Italia. Probabilmente Conte pensava che con quella sceneggiata avrebbe potuto incrementare il suo gradimento personale da parte degli elettori. Le critiche inoltre sono arrivate anche dal mondo del giornalismo, con Enrico Mentana che non ha usato mezzi termini: “Se l’avessimo saputo, non avremmo mandato in onda quella parte della conferenza stampa. Parlando al Paese il premier doveva conservare il profilo per il quale gli veniva consentito di usare quel canale privilegiato”.
Il sondaggio
Tuttavia Conte si è reso protagonista di un incremento del proprio consenso: a febbraio (prima del primo caso registrato a Codogno) la fiducia era al 38%, oggi invece è svettata al 45% con un aumento di ben 7 punti. La nuova tempistica delle limitazioni personali ha ricevuto un livello di condivisione dal 63% dei cittadini; inoltre il 68% della popolazione ha gradito la sinergia che si è instaurata con gli esperti per decidere tali proroghe. Lo scorso martedì, ovvero tre giorni prima dell’ufficializzazione dell’allungamento del lockdown, già il 68% era convinto che il termine del 13 aprile sarebbe stato spostato più in là.
Forte di questi dati positivi e abbagliato dai sondaggi, il presidente del Consiglio potrebbe lanciare il suo partito: le voci che circolano riguarderebbero una fazione “dei frontman dell’emergenza”, con ministri in prima linea – come Roberto Speranza – che sarebbero sempre più affascinati dall’avvocato. In molti sono infatti convinti che “l’epidemia ha fatto da acceleratore di un processo già in atto”, come dimostra il ricorso ai social network per cercare di aumentare i followers.
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