Primo caso di coronavirus in un hotspot: positivo un migrante a Pozzallo

Si è materializzato l’incubo non solo dei sindaci dei comuni che ospitano i centri d’accoglienza, ma anche di tutti i responsabili sanitari e di molti cittadini del nostro Paese: un migrante infatti, è stato trovato positivo all’interno dell’hotspot di Pozzallo.

Si tratta di una delle strutture maggiormente sotto pressione nel corso degli ultimi anni, visto che il porto della cittadina ragusana è stato spesso usato come principale scalo per l’approdo di navi Ong oppure di barconi intercettati nel Mediterraneo. Attualmente l’hotspot di Pozzallo ospita 50 persone, tra queste un migrante ha presentato sintomi sospetti di coronavirus nei giorni scorsi.

In particolare, come ha precisato il sindaco Roberto Ammatuna, durante i controlli sanitari è emerso che un migrante aveva 38 di febbre e per tal motivo il responsabile medico dell’hotspot siciliano ha subito predisposto il tampone. Nelle scorse ore l’esito riscontrato è stato positivo e dunque ci si è trovati davanti al primo caso di coronavirus all’interno di una struttura di accoglienza per migranti.

“Nella notte sono stato informato che uno dei 50 migranti presenti nell’hotspot è risultato positivo al coronavirus – ha dichiarato in una nota il sindaco Ammatuna – Il tampone era stato eseguito prontamente dal medico responsabile dell’hotspot perché ai controlli sanitari si evidenziava una temperatura di 38 gradi circa. Ho chiesto un incontro in Prefettura nella mattinata di oggi per stabilire il da farsi”.

Alle 10, come si apprende dal lancio di alcune agenzie, dovrebbe iniziare un vertice all’interno degli uffici della Prefettura di Ragusa: dopo l’incontro, si saprà come le autorità locali procederanno, di concerto ovviamente con il Viminale ed il ministero della salute.

Ma il sindaco di Pozzallo, nella sua nota, ha evidenziato anche una certa preoccupazione per l’incolumità dei suoi cittadini e degli stessi migranti: “In ogni caso – si legge ancora infatti nella nota di Ammatuna – chiedo urgentemente una relazione sanitaria da parte dei responsabili dal centro di provenienza del migrante e non escludo un eventuale esposto alla Procura della Repubblica per accertare eventuali responsabilità. oltre che una ispezione da parte dell’Assessorato Regionale alla Sanità”.

“Bisogna capire bene – ha poi proseguito il primo cittadino di Pozzallo – se il migrante in questione sia stato visitato in modo approfondito prima della partenza. È questa una vicenda oscura che richiede una precisa ed inevitabile chiarezza. La comunità pozzallese, che da sempre ha svolto un compito umanitario che è riconosciuto da tutti, non può essere tradita in questo modo”.

Al vertice che si terrà a Ragusa, il sindaco Ammatuna chiederà in primo luogo l’isolamento dell’hotspot come prima misure per scongiurare l’insorgere di un focolaio, il quale avrebbe conseguenze molto gravi.

il giornale.it

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