Coronavirus, Pietro Senaldi: la protezione Civile aiuta gli immigrati anziché gli italiani

I nostri confini sono chiusi per tutti tranne che per i profughi. Gli italiani non possono uscire di casa se non per fare la spesa e sono inibiti dal lasciare il proprio Comune se non per casi emergenziali di salute e lavoro. Capita di doversi giustificare anche se si attraversa la strada. L’ Europa ha fatto saltare Schengen, l’ unica cosa buona che si era inventata negli ultimi quarant’ anni. Le frontiere sono blindate. Espatriare era più facile per un abitante di Berlino Est prima del crollo del Muro che per un italiano oggi. Il mondo è fermo, ma c’ è una barca che solca i mari solitaria per portare in salvo i passeggeri come fosse l’ Arca di Noè. È l’ Alan Kurdi, nave delle Ong battente bandiera tedesca, che si è spinta fin dentro le acque territoriali libiche per recuperare un carico di migranti che ora vuole scaricare in Italia.

Porti socchiusi – Il nostro governo per ora fa la voce grossa, ma è già pronto a calare le braghe. I ministri Di Maio, Lamorgese, Speranza e De Micheli hanno firmato un decreto che chiude i porti, considerando l’ Italia un approdo non più sicuro. L’ ultima del quartetto, la titolare delle Infrastrutture, già braccio destro di Zingaretti, quindi avvezza alle sventure, ha rincarato la dose, prendendo carta e penna per scrivere alla Germania di occuparsi dei profughi che sono sull’ imbarcazione, suolo patrio tedesco. La governante piddina spiega ai partner Ue che noi, di questi tempi, abbiamo altro a cui pensare piuttosto che a salvare profughi.
Ma niente da fare, alla sinistra la svolta salviniana non riesce neppure quando non farla è suicida. Le ong italiane hanno già detto che il governo è senza cuore e al coro si sono aggiunti subito parlamentari giallorossi. La ministra stessa d’ altronde, mentre protestava, intimando a Berlino di assumersi le proprie responsabilità, già si preparava alla resa, specificando che l’ Italia anche stavolta non verrà meno ai principi con i quali ha sempre affrontato queste emergenze. Insomma, siamo disponibili a risolvere il problema anche con mezzi nostri. Infatti, secondo le indiscrezioni della Adnkronos, siamo pronti a far intervenire la Protezione Civile – come se non avesse di meglio da fare – per aiutare la Croce Rossa a trasbordare i migranti su una nostra nave, che non porterà il carico ad Amburgo bensì in Sicilia, dove li assisteremo.

Tappeto rosso – Siamo dei quaquaraquà e, quando proviamo a fare i duri, risulta ancora più evidente. Del resto la sinistra, avendo votato per processare Salvini che si opponeva agli sbarchi di clandestini, ora non può che stendere il tappeto rosso a chi vuol entrare in Italia in barba alle leggi, fossero anche quelle anti-pandemia.
Intendiamoci, sappiamo che i profughi sono dei disperati e i veri sciagurati sono gli uomini delle ong, però immaginare la situazione a parti invertite è frustrante. Se una nave umanitaria battente bandiera italiana girasse il Mar Baltico raccattando fuorilegge, fra i quali potenzialmente anche qualche infetto, e pretendesse di scaricarli ad Amburgo, i tedeschi la scorterebbero fino a Genova o, più probabilmente, deciderebbero di affondarla per errore. Noi invece facciamo scenate, diciamo che non è il caso di presentarsi così ma poi spalanchiamo i porti. Anzi, peggio, distraiamo uomini impegnati nella nostra sicurezza nazionale per soccorrere chi ci tratta da pattumiera del mondo.
I fatti dicono che, per la Protezione Civile, la sorte di migranti di ignota nazionalità è prioritaria rispetto a quella dei lombardi. La Regione, grazie alle inefficienze dello Stato centrale nel rifornimento di mascherine e attrezzature mediche, ha già speso 400 milioni che non verranno rimborsati.
Quando poi il governatore Fontana rese obbligatorio coprirsi naso e bocca per uscire di casa, il capo della Protezione Civile liquidò l’ ordinanza come una stupidaggine, dichiarando che non avrebbe mai indossato una mascherina, inutile per chi rispetta la distanza di sicurezza. D’ altronde, Borrelli non ha mai creduto all’ efficacia dello strumento di prevenzione considerato imprescindibile da tutti i medici. Basta ricordare a riguardo il materiale che ha inviatto a Milano e Napoli, definito carta igienica dall’ assessore lombardo Gallera e stoffa per pulire gli occhiali dal presidente campano De Luca.

Finale già scritto – La vicenda è ancora in corso di svolgimento, ma il finale è scritto. La Germania, se ci va bene, ci risponderà di tenerci i profughi fino alla fine della pandemia. Noi li raccatteremo usando uomini che dovrebbero invece curarci. E ancora una volta le ong avranno vinto e riprenderanno il mare per organizzare nuovi sbarchi.
L’ eccezione infatti, quando si tratta di metterla in quel posto all’ Italia, non conferma la regola ma diventa una consuetudine che sostituisce la norma. In questo singolo caso ci resta la magra consolazione di non aver detto grazie prima di porgere le terga della nazione. Ma abbiamo il sospetto che se la ministra, prima di cedere, ha urlato che il giochino fa male non è perché sia contraria alla pratica ma solo per spargere un po’ di vaselina sulle natiche del Paese dolorante.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.