Coronavirus, Andrea Crisanti contro Giuseppe Conte: “A casa tre mesi. Dica la verità e non tratti gli italiani da ragazzini”
“Bisognava dire la verità fin dall’inizio e non 15 giorni alla volta. Si tratta di stare a casa due o tre mesi”. Andrea Crisanti ha una visione diversa rispetto a quella del governo sulla gestione dell’emergenza coronavirus. È in arrivo l’ennesimo decreto del premier Giuseppe Conte, che prolungherà ancora le misure restrittive attualmente in vigore. Intervenuto ad Agorà su Rai3, il virologo dell’università di Padova ha citato l’esempio della Nuova Zelanda: “45 giorni a casa, nessuno si muove. Gli italiani sono stati trattati da ragazzini”. Il vero problema, secondo Crisanti, è la ripartenza dell’epidemia e non dell’economia: “Ora l’incidenza, cioè il numero di nuovi casi al giorno, non si riesce a calcolare perché mancano tamponi. E quindi non si può calcolare il rischio. Bisogna cominciare a parlare del rischio, bisogna spostare il fuoco”. Inoltre sarebbe necessario cambiare anche il metodo per calcolare l’incidenza: “Dovremmo considerare tutte le persone che chiamano e comunicano di avere sintomi da Covid-19. Questo ci darebbe anche una dimensione geografica”, ha chiosato Crisanti.