Conte si incazza: “Da Salvini e Meloni bugie sul Mes, stavolta faccio i nomi”
Roma, 10 apr – Il premier doveva parlare alle 14, come annunciato da vari media, poi però qualcosa dev’essere andato storto. Così ha deciso di rimandare tutto alle 17. Ma la conferenza stampa è slittata di nuovo e Conte ha parlato alle 19:30 annunciando come previsto un “nuovo Dpcm”, ovvero “misure restrittive prorogate fino al 3 maggio. Proroga che vale anche per le attività produttive. Ho assunto questa decisione dopo diversi incontri con esperti, sindacati, associazioni di categoria. L’auspicio è che dopo il 3 maggio si possa ripartire con cautela, con qualche gradualità, ma ripartire. I segnali della curva epidemiologica sono incoraggianti. Le misure fin qui adottate dal governo stanno funzionando”, ha dichiarato Conte.
“Dal 14 aprile riaprono librerie e cartolibrerie. Ma anche qualche altra attività produttiva: come sivicoltura (il taglio dei boschi) e attività varie forestali. Non possiamo aspettare che il virus scompaia del tutto per ripartire. Stiamo lavorando a un programma su due pilastri: gruppo di lavoro di esperti e protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro”, ha dichiarato il premier.
“Vogliamo gli Eurobond non il Mes”
Poi Conte ha parlato del tema più atteso, il Mes, complimentandosi prima con “il ministro Gualtieri” che a suo avviso in Europa “ha fatto un gran lavoro, per quanto l’Italia lo giudichi ancora sufficiente”. Il premier ha ribadito che secondo il governo italiano sono preferibili gli eurobond. “Serve un fondo che deve essere stanziato. Esempio: gli eurobond. Serve un fondo potenza di fuoco, disponibile subito. Se arriveremo tardi sarà insufficiente e deprimeremo il nostro tessuto socio-economico. Il nostro strumento è l’eurobond, lo riteniamo il più adeguato. Condurremo fino alla fine questa battaglia”, ha detto Conte.
“Falsità da Salvini e Meloni”
Eppure l’Ue sembra aver già escluso il ricorso agli eurobond, a vantaggio del Meccanismo europeo di stabilità. Ma Conte ha voluto attaccare pesantemente i leader dell’opposizione parlamentare. “Sul Mes proposto dall’eurogruppo si è levato un dibattito legittimo e vivace. Segno di democrazia. Vi assicuro che il governo troverà l’opportunità per informare e interloquire con il parlamento. Ma il dibattito deve essere chiaro, senza falsità. Alcune precisazioni d’obbligo: il Mes esiste dal 2012, non è stato istituito ieri come falsamente dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni”.
Conte ha inoltre specificato che “questo governo parla con chiarezza, l’eurogruppo non ha firmato nulla né ha istituito alcun obbligo”. E ancora: “L’Italia non ha firmato l’attivazione del Mes, non ha bisogno del Mes. Perché riteniamo il Mes uno strumento totalmente inadeguato rispetto all’emergenza che stiamo vivendo. L’Italia non ha bisogno del Mes, fermo restando che se ci sono degli Stati (come avvenuto) che vogliono una nuova linea di credito collegata al Mes, partecipiamo alla discussione. Ma attenzione: ci stiamo battendo per avere un ventaglio di nuovi strumenti, lavorando con coraggio per questa battaglia difficile. Un intero paragrafo è destinato a raccogliere la nostra prospettiva degli eurobond. Non abbiamo ancora una regolarizzazione concreta, stiamo parlando di affermazioni di principio. Per la prima volta però l’abbiamo messo nero su bianco”.
“Firmo solo senza condizioni”
Infine il primo ministro ha attaccato di nuovo il centrodestra: “Le falsità ci fanno male perché ci indeboliscono nella trattativa. Le menzogne rischiano di indebolire l’intera Italia, vi assicuro che è un negoziato difficilissimo. Nel 2012 c’era un governo di centrodestra, quindi se è una trappola è stata confezionata come trappola dal centrodestra. La risposta europea la valuto nel suo complesso: lotteremo per avere gli eurobond e dirò ancora una volta al Consiglio europeo che il Mes è inadeguato e insufficiente. La risposta comune o è ambiziosa o non è”. Per poi precisare: “Io non firmerò fino a quando non avrò un ventaglio di strumenti adeguato alla sfida che stiamo seguendo. Accetto semmai di discutere di un Mes senza condizioni”.
Eugenio Palazzini