Lo studio sul plasma dei guariti: “I pazienti migliorano in 3 giorni”
La terapia basata sul plasma dei pazienti guariti, per il trattamento dei malati da Covid-19, ha dato risultati promettenti sui casi gravi di nuovo coronavirus.
La nuova speranza contro il virus arriva da uno studio realizzato in Cina, che suggerisce le potenzialità della terapia a base di plasma convalescente.
Lo studio sul plasma
L’analisi, guidata dai ricercatori della Shanghai Jiao Tong University School of Medicine, ha segnalato dei migliroamenti nei pazienti gravi, affetti dalla polmonite da Sars-Cov-2, dopo solo 3 giorni dalla somministrazione della terapia a base di plasma, prelevato dai guariti. Il team di ricerca ha esplorato la fattibilità di questo approccio su 10 pazienti gravi Covid-19. Si tratta di 6 uomini e 4 donne, ricoverati in diversi ospedali cinesi, dopo 6 giorni (in media) dall’insorgere dei sintomi. All’inizio della malattia, i sintomi più comuni, rilevati nei 10 pazienti, erano febbre, tosse e respiro corto. Quattro soggetti avevano altre patologie, tra cui malattie cardiovascolari e/o cerebrovascolari e ipertensione.
I pazienti hanno ricevuto la trasfusione di una dose da 200 ml di plasma convalescente, derivato dai donatori guariti da poco dal Covid-19, contenente “alti livelli di anticorpi neutralizzanti”. Per la donazione, sono stati reclutati 10 pazienti con precise caratteristiche: temperatura corporea nella norma per oltre 3 giorni, risoluzione dei sintomi del tratto respiratorio e due risultati negativi al tampone. Il sangue “è stato raccolto dopo 3 settimane post-insorgenza della malattia e 4 giorni dopo la dimissione”.
I risultati
Gli studiosi hanno osservato che “i sintomi clinici e i criteri paraclinici sono rapidamente migliorati entro 3 giorni” dalla trasfusione. In particolare, i sintomi come febbre, tosse, respiro corto e dolore toracico “sono scomparsi o sono migliorati in gran parte entro 1 o 3 giorni dopo trasfusione” e i pazienti “hanno mostrato un aumento della conta dei linfociti, un miglioramento della funzionalità epatica e polmonare e una riduzione dell’infiammazione”.
Prima del trattamento, specificano i ricercatori, “tre pazienti hanno ricevuto ventilazione meccanica, tre hanno ricevuto ossigenazione della cannula nasale ad alto flusso e due hanno ricevuto ossigenazione della cannula nasale a flusso basso convenzionale”. Dopo il trattamento con il plasma, “due pazienti sono stati svezzati dalla ventilazione meccanica alla cannula nasale ad alto flusso e un paziente ha interrotto la cannula nasale ad alto flusso. Inoltre, in un paziente trattato con ossigenazione convenzionale della cannula nasale, l’ossigenazione continua è stata spostata all’ossigenazione intermittente”.
Inoltre, la Tac al torace ha rivelato che tutti i pazienti hanno mostrato assorbimento delle lesioni polmonari in vari gradi, entro 7 giorni dalla trasfusione. Anche i livelli di anticorpi neutralizzanti sono aumentati o rimasti elevati dopo la trasfusione. Infine, “non sono state osservate gravi reazioni avverse”.
Dati questi risultati, lo studio pilota, ancora preliminare, suggerisce “un potenziale effetto terapeutico e un basso rischio nel trattamento” con il plasma convalescente “di pazienti con COVID-19 gravi”. Secondo i ricercatori, per indagare meglio i benefici clinici della terapia con il plasma dei guariti servono altri studi.
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