Mes, Giuseppe Conte dice “sì”: così rischiamo di svendere l’Italia all’Europa
Informazioni di fonte d’ alta quota, purissima, Levissima, dicono: Il governo Conte ha deciso di aderire al Mes. Il Mes in sigla vuol dire Meccanismo europeo di stabilizzazione. Dovrebbe essere un fondo dotato di un mucchio di euro destinati a impedire il default=fallimento di Stati troppo indebitati.
Una bella cosa in teoria. In pratica significa consegnare l’ Italia agli strozzini. Soldi freschi, tra l’ altro in misura consistente versati dal nostro Tesoro, onde innaffiare la nostra economia, ma in pratica significa consegnare il nostro destino alle banche tedesche e francesi, le quali ci cingeranno con le mani la gola, costringendoci a restituire con interessi tragici questi quattrini. Finirà che cederemo a Germania e Francia, oltre che alla Cina, e ad acquirenti forestieri dei nostri titoli di Stato, i nostri settori strategici. Cioè ai francesi le banche, in prima fila Unicredit, e le assicurazioni (Generali), ai tedeschi le Ferrovie e la sbrindellata Alitalia, e chissà mai saranno esposti come pezzi pregiati al mercato Eni, Enel e Leonardo.
Pronostico esagerato? Il rischio è quello. Il governo ci butterà nel fossato dei coccodrilli. Naturalmente esibirà qualche dichiarazione di simpatia da parte degli alligatori, e questo pacco mostruoso sarà incartato col fiocco di presunte condizioni di favore. Sarà un modo con il quale Bruxelles, Berlino e Parigi salveranno la coda di paglia a Conte, che essi vogliono resti lì, debole e un po’ frignante, ma prono a questo asse renano-anseatico della nostra sciagura. Conte è il nostro Tsipras, il greco che andò al governo da posizioni euroscettiche in massimo grado, e si è trasformato nel grimaldello di una rapina al suo popolo. Così Giuseppe Conte, scelto dal Movimento 5 Stelle, il più ostile di tutti a questo meccanismo che aveva consentito una macelleria sociale in Grecia, ora si appresta a venderci come un tappeto al bazar della finanza internazionale.
Opplà, una capriola, e la truffa europea è servita. Per lui e il Partito democratico la garanzia di massimo sostegno internazionale, e per gli esecutori docili di questa resa in schiavitù dell’ Italia, una superba collocazione in qualche organismo internazionale. È in questo modo che il governo pensa di finanziare la resistenza alla emergenza economica da Coronavirus. Non sfondando i parametri del deficit, con garanzie europee di salvaguardia, così da non allargare lo spread, ma cedendo ai diktat teutonici e olandesi, con i francesi che fingono di stare dalla nostra parte, salvo mollarci fiutando l’ affare: la colonizzazione del nostro Paese.
In Grecia andò così. C’ è un filmato che circola in rete, dove Massimo D’ Alema, tutto meno che un sovranista antieuropeo, spiega su Rai-news come il prestito alla Grecia del 2015 non servì affatto a pagare le pensioni e gli stipendi agli ellenici, ma arricchì gli istituti di credito franco-tedeschi, possessori di titoli di Atene, che godettero così di interessi in euro del 15 per cento, quando i Bund tedeschi rendevano lo zero. Insomma. Banche ricche, imprese tedesche finanziate gratis, con un differenziale competitivo immenso rispetto a Paesi del Sud Europa, in primis l’ Italia. La stessa cosa riaccadrà oggi.
IL COLLE
Sergio Mattarella è consapevole di questo pericolo. Lo ha dimostrato protestando con energia per il niet della von der Layen (commissione) e della Lagarde (Bce)a qualsiasi forma di mutualizzazione del debito contratto causa il Covid-19. Un cucchiaino di zucchero di belle parole e, come direbbe Mary Poppins Merkel, la pillola andrà giù. O no. C’ è un effetto terribile per la democrazia di oggi e di domani che il capo dello Stato dovrebbe considerare. È una maniera subdola per incatenare le attuali opposizioni ad una politica decisa da questi sub-europeisti che ci governano. Costoro ci condannano infatti al servaggio economico ora e a una condizione di sottosviluppo per saecula saeculorum, e soprattutto vincolano le forze politiche quali che siano a vincere le future elezioni (2023, secondo i piani europei) a vincoli inesorabili.
Il centrodestra se non riuscisse a impedire questa mossa suicida avrà un bel ottenere la maggioranza popolare: non potrà attuare una politica di espansione e di riduzione delle tasse, perché governerà in gabbia. Tantomeno – dovendo fronteggiare i debiti del Mes – potrà trattare una qualsiasi forma di distacco dall’ Unione europea. Saremo privi infatti di quelle armi che oggi abbiamo per imporre una dura trattativa.
Siamo infatti troppo grossi per essere lasciati andare in fallimento. Siamo troppo ingombranti come cadavere, trascineremmo sul fondo della palude l’ Europa. Si parla comicamente di un rimpasto dell’ esecutivo dopo Pasqua. Ma quale rimpasto. Saremmo per allora già andati in pasto alla finanza del Nord, un topolino in bocca al gattone franco-alemanno. Tutto è fatto? Il nostro sogno sarebbe che Mattarella si ricordasse della immensa responsabilità e dei conseguenti poteri scritti e non scritti che ha. Esiste una sola personalità con la forza di impedire questa resa.
Lo sanno tutti, ed è Mario Draghi. Non è un Mario Monti, non è il genero perfetto della suocera tedesca. Dicono: lui è uno di loro, ha lavorato per una grande banca americana. Vuol dire che conosce il nemico con cui fare i conti, sa anche strappargli qualche dente dalle fauci. Occorre patriottismo di tutti. Per questo non accetterà.