La dura (e minacciosa) risposta dei russi a La Stampa: “Da voi fake news russofobiche”
Roma, 3 apr – Una risposta particolarmente dura, che nella sua parte conclusiva contiene anche un avvertimento minaccioso. Il ministero delle Difesa russo non ha gradito, per utilizzare un eufemismo, i ripetuti attacchi che dalle colonne de La Stampa si sono levati contro la missione dei medici militari russi in Italia per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Nei giorni scorsi sulle colonne del quotidiano torinese sono state pubblicate almeno tre inchiestea firma Jacopo Iacoboni, giornalista da sempre vicino al Pd e collaboratore del think tank americano Atlantic Council (il cui scopo è “promuovere la leadership americana e promuovere accordi internazionali basati sul ruolo centrale della comunità atlantica nell’affrontare le sfide del XXI secolo”).
La lettera del generale Konashenkov
Articoli che hanno causato la reazione del portavoce del ministero della Difesa russo, il generale Igor Konashenkov, che su Faebook ha pubblicato una lettera indirizzata alla Stampa in cui accusa il quotidiano di “russofobia” e di aver riportato delle “fake news”. “Abbiamo prestato attenzione agli incessanti tentativi che già da due settimane il quotidiano La Stampa sta mettendo in campo per screditare la missione dei russi che si sono mobilitati per prestare aiuto agli italiani in difficoltà”, è l’incipit di Konashenkov. “Nascondendosi dietro agli ideali della libertà di parola e del pluralismo di opinioni, La Stampasta alimentando fake news russofobiche da guerra fredda rimandando a “opinioni” espresse da anonimi ‘alti funzionari’”.Il funzionario di Mosca cita alcune notizie “non veritiere” che avrebbe riportato il quotidiano del gruppo Gedi: “Ad esempio, La Stampa ha subito definito “inutile” il materiale russo inviato in Italia per affrontare l’emergenza infettiva, riferendo le opinioni di un qualche maresciallo che sognava disperatamente la fama. La maggior parte dei medici e degli epidemiologi russi sono stati definiti dal quotidiano come esperti di guerra biologica. Coloro i quali non hanno avuto l’onore di rientrare in questa categoria sono finiti tra i membri dell’intelligence militare russa”. Konashenkov prosegue ricordando l’opera meritoria degli epidemiologi inviati dal Cremlino in Italia con riferimento in particolar modo al lavoro svolto in “65 case di riposo di Bergamo”. E tutto questo viene fatto “nonostante le fake news diramate da La Stampa“, visto che “gli obiettivi della missione russa a Bergamo per l’anno 2020 sono evidenti, concreti e trasparenti. Si tratta di un’assistenza gratuita al popolo italiano che si è trovato colpito dalla pandemia di Covid-19”.
L’avvertimento minaccioso
Ma la lettera del portavoce del ministero della Difesa russo contiene una ulteriore stoccata finale, dove il messaggio non sembra rivolto tanto al giornale in sé, quanto agli effettivi fautori (lui parla di “committenti”) di una simile “russofobia”. “Nella realizzazione di questa missione umanitaria nessuna aggressione ci distoglierà dall’obiettivo e non farà vacillare la nostra sicurezza nel fatto che stiamo agendo in buona fede”, afferma Konashenkov, per poi passare all’avvertimento finale. “Per quanto riguarda i rapporti con i reali committenti della russofobia de La Stampa, i quali sono a noi noti, raccomandiamo loro di fare propria un’antica massima: Qui fodit foveam in eam incidit (Chi scava la fossa in essa precipita). Per essere più chiari: Bad penny always comes back”.Davide Di Stefano