Coronavirus, Giorgia Meloni: “La differenza tra Conte e Orban? Il secondo è stato eletto democraticamente”

Il dualismo del governo non piace a Giorgia Meloni. “Penso a tutte le volte in cui Giuseppe Conte si videocollega con gli italiani e dice di aver sentito al telefono le opposizioni. In realtà si tratta di una chiamata fatta un minuto prima, giusto per comunicarci in sintesi quello che ha già deciso”, ha spiegato la leader di Fratelli d’Italia al Tempo. In piena emergenza coronavirus infatti i giallorossi sembrano non ascoltare le opposizioni e fare di testa loro, nonostante i consigli di Sergio Mattarella. Una situazione contraddittoria, soprattutto se si ricorda che il premier ha criticato i pieni poteri affidati a Viktor Orban dal Parlamento. “Mi ha incuriosito tutto il frastuono fatto in Italia su quanto accade a Budapest, che non è molto diverso dagli strumenti con cui Conte sta governando in questi giorni. Con una differenza: Orban è stato scelto dai cittadini, Conte no”. 

Il premier ungherese ha sollevato non poche polemiche smarcandosi dai vincoli europei. Gli stessi che mettono in ginocchio l’Italia e per questo la Meloni vuole ricordare al presidente del Consiglio un piccolo dettaglio: “L’Ue o la Bce non esistono senza l’Italia. Siamo noi la loro fortuna, non viceversa. C’è uno studio di un think tank tedesco che ha calcolato come negli ultimi vent’anni, a causa dell’ euro, ogni italiano abbia perso 75mila euro e ogni tedesco ne abbia, al contrario, guadagnati 25 mila. Partendo da questo assunto, dobbiamo pretendere rispetto. Penso all’Olanda – continua -: oggi fa la guardiana dei conti di Bruxelles. Ma da anni, con la sua legislazione da paradiso fiscale, ci sottrae miliardi di euro di tasse. Cominciamo a pretendere che l’Europa sanzioni questi comportamenti, poi viene il resto”.

Motivo per cui la Meloni vede l’esecutivo giallorosso impossibilitato dal traghettare l’Italia fuori dalla crisi, non per questo però è fattibile un governissimo: “Non ci credo, perché per ricostruire il Paese ci vuole visione politica, e la mia visione non potrà mai associarsi a quella di Pd o 5 stelle. I governi ‘arlecchino’ sono dannosi più che inutili, basta vedere il Conte ‘gialloverde’ o il Conte ‘giallorosso'”.  L’unica soluzione, dunque, è andare al voto quando sarà finita l’emergenza per “avere un governo forte e legittimato che possa operare per cinque anni con un progetto di ampio respiro”.

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