Spagna e Italia si rivolgono alla Nato contro il coronavirus

Una notizia che è passata un po’ sottotraccia in queste ultime ore è quella dell’arrivo in Spagna e in Italia di aiuti da parte della Repubblica Ceca per cercare di sostenere le capacità sanitarie nazionali nella lotta contro l’epidemia da coronavirus Covid-19.

Un aereo da trasporto militare C-130 con 10mila tute protettive e 90 respiratori per la ventilazione polmonare donati dal governo di Praga è atterrato domenica 29 marzo a Madrid, mentre un convoglio carico di altri 10mila dispositivi di protezione individuale di questo tipo è arrivato lunedì 30 a Milano, sempre proveniente dalla Repubblica Ceca.

Queste prime spedizioni rientrano nella richiesta, partita da Spagna e Italia, di aiuto nel quadro del sistema della Nato per la gestione delle emergenze civili che si chiama Euro-Atlantic Disaster Response Coordination Centre (Eadrcc). Il centro di comando, che funge da organo di coordinazione sovranazionale per i Paesi dell’Alleanza e per i suoi partner, è attivo, come si legge nel sito ufficiale “tutto l’anno su base 24/7”.

Il compito dell’Eadrcc, oltre a quello di fungere da struttura di coordinamento per la risposta alle emergenze dei Paesi Nato, è anche quello di essere uno strumento di condivisione delle informazioni per l’assistenza reciproca attraverso l’organizzazione di seminari a cui partecipano le autorità militari o paramilitari coinvolte in esercitazioni e operazioni di gestione delle emergenze.

Proprio per quanto riguarda la capacità di gestire la risposta a eventi eccezionali di portata sovranazionale come quello che stiamo vivendo, l’Eadrcc organizza esercitazioni periodiche tra i membri dell’Alleanza.

Questo particolare organismo della Nato nasce nel 1998, su proposta della Russia, in seno al Euro-Atlantic Partnership Council (Eapc) proprio come strumento chiave dell’Alleanza per pianificare le attività durante le emergenze civili. Insieme all’Eadrcc, e sempre all’interno dell’Eapc, c’è anche l’Euro-Atlantic Disaster Response Unit, una forza multinazionale provvisoria mista (civile e militare) dispiegabile in caso di disastro naturale o di origine antropica occorrente in un Paese membro. L’Eadrcc riunisce, oltre a tutti i Paesi della Nato e partner, anche la Russia e altre nazioni “neutrali” presenti nell’area Euro-Atlantica.

La Spagna aveva fatto formale richiesta di intervento alla Nato già la settimana scorsa: il 24, come riporta El Pais, Madrid aveva dato mandato all’Esercito di chiedere assistenza per fronteggiare il rapidissimo diffondersi dell’epidemia nella popolazione che stava, e sta ancora, mettendo a dura prova il sistema sanitario nazionale spagnolo. Giovedì 26 l’Eadrcc ha preso in carico la domanda e si è attivato per fornire assistenza, che ha portato all’invio da parte della Repubblica Ceca del primo aero cargo militare carico di aiuti.

Ma Spagna e Italia non sono le uniche nazioni ad aver fatto ricorso all’Eadrcc: anche la Romania ha ricevuto un carico di 45 tonnellate di materiale sanitario con più di 100mila sistemi di protezione individuale, il Montenegro, nuovo entrato nella Nato, ha fatto richiesta per 320 ventilatori polmonari, 5,6 milioni di mascherine, 6,5 milioni di guanti di lattice e 250 occhiali protettivi. Richiesta per forniture simili a quelle montenegrine sono arrivate alla Nato, nella giornata di lunedì 30 marzo, anche dalla Macedonia del Nord.

Per far fronte all’emergenza sanitaria in atto in tutta Europa la Nato ha praticamente sospeso tutte le attività non essenziali, ivi comprese numerose esercitazioni militari che erano previste a partire dal mese di marzo. La stessa Defender Europe 2020, una delle più grandi manovre dalla fine della Guerra Fredda nel Vecchio Continente, è stata rimodulata a ha visto il pesante taglio dei partecipanti, tra cui proprio l’Italia che ha rinunciato a presentare il proprio contingente. Anche gli Stati Uniti, che avevano già cominciato a inviare mezzi e materiali, per fare fronte all’emergenza hanno emanato una direttiva che “blocca” i movimenti di truppe da e per l’estero, con l’unica eccezione del personale che dovrà essere ritirato dall’Afghanistan. Un blocco che riguarda circa 90mila uomini in tutto il mondo.

L’Alleanza, così come avvenuto per tutti i governi che si trovano a dover fronteggiare l’epidemia, è corsa ai ripari dal punto di vista sanitario: lo Shape (Supreme Headquarters Allied Powers in Europe), l’ente responsabile delle attività di comando sulle forze impiegate in operazioni in Europa e nel resto del mondo, ha elevato misure per il contenimento del virus tra il suo personale, misure che ricalcano quelle intraprese dai diversi singoli Stati.

Così come ha fatto il Pentagono, anche da Bruxelles sono arrivati ordini per limitare al minino indispensabile gli spostamenti o le rotazioni del personale militare in servizio; l’addestramento non indispensabile è stato interrotto anche per quanto riguarda le missioni all’estero. All’interno della Nato e in funzione dell’Eadrcc riteniamo che sarà presto attivato, se non lo è stato già fatto, il Military Medicine Centre of Exellence (abbreviato in Milmed Coe), il comando finalizzato alla ricerca medica e alla protezione delle truppe in caso di guerra batteriologica o epidemie.

Gli stessi aiuti statunitensi recentemente arrivati in Italia, ad Aviano, sono stati effettuati proprio in forza della richiesta italiana alla Nato e per attivazione dei meccanismi di sostegno reciproco dell’Eadrcc. L’Alleanza Atlantica sembra quindi funzionare meglio, per quanto riguarda la solidarietà, rispetto all’Unione Europea, troppo farraginosa e impegnata a disquisire di questioni economiche (peraltro fondamentali) ma che hanno evidenziato una volta di più come non vi sia comunità di intenti nemmeno in situazioni di emergenza come quella che stiamo vivendo.

il giornale.it

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