Allarme bollette, il governo tagli le tasse
Va detto che dal primo aprile Arera, l’Autorità dell’energia, ha annunciato grazie al calo delle materie prime, una discesa dei prezzi dell’energia. Solo però per chi è ancora legato al cosiddetto contratto di maggior tutela e non è passato al mercato libero. Si tratta di un numero molto importante di utenti in quanto, ad oggi, viste le lentezze normative, ancora oltre il 50% delle utenze delle famiglie (pari a 36 milioni) sono legate al mercato tutelato.
Certo è che il calcolo finale dei risparmi, 45 euro all’anno sulla bolletta della luce, per la famiglia tipo, ossia quella che consuma il minimo sindacale ossia 2.700 kw all’anno, è comunque sconsolante. Ma perché si risparmia così poco anche se la contrazione dei prezzi dell’energia è pari a un meno 18% per l’elettricità e meno 13% per il gas?
Il motivo è presto detto. La componente energia elettrica o gas consumato sulle bollette pesa molto poco. Ossia il 35,51% della spesa per l’elettricità e solo il 31,79% per il gas. Il resto sono tasse (Iva), oneri di sistema e spesa per trasporto e gestione del contatore, l’unica voce che ha un senso in quanto la rete va, ovviamente, mantenuta. Andando nel dettaglio delle voci, specificate dalla stessa Autorità, si evince che sulle bollette elettriche il 40,17% della spesa si concentra tra Iva (al 10%) e oneri di sistema che sono contributi, che raccolgono circa 12-13 miliardi di euro annui che vengono versati per la maggior parte a sostegno degli impianti per le energie rinnovabili e alle aziende energivore, tipo le ferrovie per intenderci. Mentre gli impianti eolici o solari che ancora ricevono questi contributi, ad oggi non più presenti per quelli di nuova costruzione, sono per la maggioranza impianti ormai obsoleti.
Peggio ancora per il gas dove le accise, le imposte regionali e l’Iva (che oltretutto è al 10% su una piccola quota e al 22% sul resto e su tutti gli oneri) pesano sulle bollette per il 42%. Insomma il gas è una vacca grassa da mungere per il governo un po’ come la benzina, il cui prezzo alla pompa è costituito al 64% da tasse e balzelli varie. E c’è un’altra beffa per gli utenti. Perchè le accise aumentano con la crescita dei consumi ossia dell’energia consumata. E quindi più consumi, più sei tassato. Stando sempre in casa è ovvio che si consuma di più.
In un momento di grave emergenza una detassazione da questi balzelli potrebbe essere una mossa vincente da parte del governo. Non della benzina (dove ci sono ancora accise che vanno a beneficio persino della guerra in Etiopia) perché tanto nessuno va in giro, ma almeno di energia elettrica e gas in quanto i consumi sono certamente aumentati e fanno aumentare proporzionalmente anche le tasse pagate.
In attesa del miracolo gli utenti potrebbero cercare di risparmiare cercando le offerte migliori. Infatti chi ha sottoscritto contratti sul mercato libero con un prezzo per l’energia o il gas fissato per un anno, e dunque non ha diritto agli sconti promessi da questa particolare congiuntura, potrebbe comunque approfittare del momento. «Potrebbe essere interessante ha spiegato Silvia Rossi responsabile energia di Facile.it, il comparatore tariffario disponibile online- valutare il cambio operatore o, per chi ancora fosse nel mercato tutelato, passare a quello libero. Gli operatori, per adeguarsi al mercato tutelato, stanno infatti proponendo tariffe concorrenziali rispetto al mercato di maggior tutela. Il cambio operatore oltretutto è un’operazione che può essere fatta direttamente e interamente da casa, tramite telefono o online, in modo semplice. È bene ricordare infatti che si può cambiare gratuitamente operatore e che la fornitura di luce e gas prosegue regolarmente senza interruzioni del servizio e con la medesima qualità».
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