Ambasciatore russo demolisce accuse de ‘La Stampa’: “Gli amici si vedono nel bisogno”
Mosca, 27 mar – Il rapido arrivo di importanti aiuti dalla Russia, mentre a Bruxelles prosegue il ‘muro’ verso le richieste italiane, sta mandando nel panico i media più ‘europeisti’. Così nei giorni scorsi sulle pagine de La Stampa, quotidiano torinese controllato dal gruppo De Benedetti, sono usciti due articoli a firma Jacopo Iacoboni che insinuano dubbi sull’entità e sugli scopi degli aiuti giunti dalla Russia per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Agli attacchi di Iacoboni ha deciso di rispondere direttamente l’Ambasciata Russa in Italia con una lettera aperta firmata dall’ambasciatore Sergey Razov.
“Chiedete ai cittadini di Bergamo”
Nel suo articolo Iacoboni afferma che “fonti politiche di alto livello, hanno riferito come tra quelle forniture russe l’80% è totalmente inutile, o poco utile all’Italia. Insomma, poco più che un pretesto”. Nessuna indicazione su quali siano queste fantomatiche ‘fonti politiche di alto livello’, come evidenziato anche nella risposta dell’Ambasciata Russa che spiega e puntualizza: “Naturalmente non sappiamo a quali fonti si riferisca l’autore e ci atteniamo in primo luogo alle dichiarazioni pubbliche di rappresentanti ufficiali della Repubblica Italiana. Il Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana G. Conte nella conversazione telefonica del 21 marzo c.a. ha ringraziato il Presidente della Russia V.V.Putin per gli aiuti tempestivi e imponenti offerti all’Italia in questa difficile situazione”.
Inoltre viene sottolineato come “riguardo all’utilità o meno del contenuto degli aiuti russi, ci sembra che sarebbe stato meglio chiedere prima di tutto ai cittadini di Bergamo dove iniziano a operare i nostri specialisti e i nostri mezzi”, cogliendo l’occasione per una ‘stoccata’ al solerte giornalista de La Stampa: “L’autore dell’articolo dovrebbe capire che i militari russi, così come i loro colleghi italiani, andando a operare nell’area loro assegnata, mettono a rischio la propria salute e forse anche la vita”.
“Gli amici si vedono nel bisogno”
Ovviamente trattandosi di Russia non poteva mancare neanche l’ennesima accusa di misteriose trame eversive, come se invece tutte le altre nazioni del mondo (Stati Uniti, Francia, Germania etc.) intrattenessero rapporti economici e politici con l’Italia mossi dalla sola bontà d’animo. Addirittura il prode Iacoboni arriva a paragonare l’arrivo degli aiuti sanitari russi a Pratica di Mare con l’invasione sovietica dell’Afghanistan nel 1979, facendo sorridere l’Ambasciatore Razov che ironizza: “Concedetemelo, è semplicemente un parallelo fuori luogo e come si dice ‘non sta né in cielo né in terra’”.
La lettera dell’Ambasciata Russa risponde chiaramente anche all’accusa di essere mossi da secondi fini: “Per quanto riguarda il messaggio che spunta dal ragionamento dell’autore e cioè che l’invio di militari russi (a proposito, a titolo gratuito) avrebbe come scopo quello di causare un qualche danno ai rapporti tra l’Italia e i partner della NATO, offriamo ai lettori l’opportunità di giudicare da soli chi e come viene in aiuto al popolo italiano nei momenti difficili. In Russia c’è un detto: ‘Gli amici si vedono nel bisogno’”.
Quali alleati?
Forse i nostri politici, sia di maggioranza che di opposizione (in politica estera le differenze tra i due schieramenti sono quasi impercettibili), dovrebbero davvero riflettere su questo detto, perché se i tuoi alleati ‘storici’ ti girano le spalle (dal ‘no’ di Bruxelles agli aiuti comunitari agli Stati Uniti che ci fregano i tamponi) mentre gli aiuti arrivano da una nazione sotto sanzioni da oltre cinque anni, forse sarebbe utile cominciare a rivedere il proprio posizionamento internazionale.
Lorenzo Berti