L’allarme dell’Oms al G20: “Il coronavirus può farci a pezzi”
Un G20 insolito, straordinario non solo perché convocato d’urgenza e con l’attuale pandemia di coronavirus quale punto all’ordine del giorno, ma anche perché svolto in videoconferenza e non in una precisa ed unica sede fissa.
Un dettaglio quest’ultimo che può rendere bene la situazione del momento: niente contatti, niente incontri, niente bilaterali, tutte le decisioni devono per adesso essere prese tramite incontri tenuti da diverse stanze dove i protagonisti discutono in video con i rispettivi interlocutori.
Era questa l’unica reale possibilità di riunire i vari rappresentanti più importanti in questo momento e non si poteva aspettare oltre: troppo urgenti gli argomenti da affrontare per pensare di posticipare ad altra data la riunione. Un incontro, quello del G20 straordinario incentrato sul Covid-19, che è stato apprezzato dal direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
È stato lui nei giorni scorsi a pronunciare quel termine “pandemia” che oramai il mondo di aspettava, specie da quando da febbraio l’epidemia di coronavirus ha travalicato definitivamente i confini cinesi per espandersi in tutti e cinque i continenti.
“Siete accorsi per affrontare la crisi sanitaria che sta definendo il nostro tempo – ha dichiarato Ghebreyesus – siamo in guerra con un virus che minaccia di farci a pezzi, se lo lasciamo fare”.
Parole quindi inequivocabili circa la gravità della situazione che, come ribadito ancora una volta dal direttore dell’Oms, coinvolge tutto il mondo e non lascia indenne nessuno: “Questa è una crisi globale che richiede una risposta globale – ha proseguito Ghebreyesus – gli Stati devono combattere senza scuse, senza rimpianti”.
Nel suo discorso inoltre, il numero uno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha tenuto a ringraziare quei paesi che hanno già preso provvedimenti: “Ma bisogna urgentemente fare assolutamente di più”, ha proseguito Ghebreyesus, invitando tutti i Paesi coinvolti a ricercare quanto prima una soluzione definitiva.
“Occorre unirsi – ha proseguito nel suo discorso in videoconferenza il direttore dell’Oms – A nessun paese può combattere da solo. Gli Stati sono stati esortati a innescare un movimento globale per garantire che ciò non accada mai più”.
Il coronavirus dunque può essere sconfitto, ma a patto, secondo l’Oms, che tutti i governi collaborino e tutti i responsabili coinvolti prendano al più presto seri ed urgenti provvedimenti. Secondo la governance dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il coronavirus va preso sul serio sia per la natura della malattia che per la sua rapida capacità di diffusione. Una circostanza quest’ultima, che è quella che preoccupa maggiormente soprattutto in quelle aree del pianeta, Europa ed Usa in primis, che appaiono al momento epicentro della pandemia.
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