Bergamo, la lettera dei medici: “Qui l’epidemia è fuori controllo”
“A Bergamo l’epidemia è fuori controllo”. Lo hanno dichiarato i medici dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, in un lettera pubblicata sul New England Journal of Medicine Catalyst Innovations in Care Delivery, dal titolo “Nell’epicentro di Covid-19”.
È infatti quella di Bergamo la provincia più colpita in Lombardia. I numeri di ieri parlavano di 6.728 positivi con un aumento di 257 sul giorno precedente. E gli ospedali sono allo stremo. All’ospedale Papa Giovanni e nei presidi ospedalieri di Bergamo est c’è una “pressione importante” per i pazienti Covid-19, ma in “tutti e due gli ospedali per il terzo giorno consecutivo c’è una lieve diminuzione. Questo è dato che ci fa ben sperare”, aveva dichiarato ieri l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.
“Il nostro ospedale è altamente contaminato e siamo già oltre il punto del collasso: 300 letti su 900 sono occupati da malati di Covid-19. Più del 70% dei posti in terapia intensiva sono riservati ai malati gravi di Covid-19 che abbiano una ragionevole speranza di sopravvivere”, hanno spiegato i 13 medici bergamaschi nella lettera come riporta AdnKronos. “Lavoriamo all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, struttura all’avanguardia con 48 posti di terapia intensiva. Nonostante Bergamo sia una città relativamente piccola, è l’epicentro dell’epidemia, più di Milano. La situazione è così grave – hanno sottolineato – che siamo costretti a operare al di sotto dei nostri standard di cura. I tempi di attesa per un posto in terapia intensiva durano ore. I pazienti più anziani non vengono rianimati e muoiono in solitudine senza neanche il conforto di appropriate cure palliative”.
“Stiamo imparando che gli ospedali possono essere i principali veicoli di trasmissione del Covid-19 – hanno continuato i medici nella lettera – poiché si riempiono in maniera sempre più veloce di malati infetti che contagiano i pazienti non infetti. Lo stesso sistema sanitario regionale contribuisce alla diffusione del contagio, poiché le ambulanze e il personale sanitario diventano rapidamente dei vettori. I sanitari sono portatori asintomatici della malattia o ammalati senza alcuna sorveglianza. Alcuni rischiano di morire, compresi i più giovani, aumentando ulteriormente le difficoltà e lo stress di quelli in prima linea”. Nella prossime ore, al Papa Giovanni XXIII arriveranno 30 medici russi per aiutare e sostenere il personale al lavoro da settimane senza sosta. Il coronavirus è “l’Ebola dei ricchi e richiede uno sforzo coordinato e transnazionale. Non è particolarmente letale, ma è molto contagioso. Più la società è medicalizzata e centralizzata, più si diffonde il virus – hanno continuato -. La catastrofe che sta travolgendo la ricca Lombardia potrebbe verificarsi ovunque”.
“Questa epidemia non è un fenomeno che riguarda soltanto la terapia intensiva, è una crisi sanitaria e umanitaria. Abbiamo urgente bisogno di agenzie umanitarie che operino a livello locale. Per affrontare la pandemia servono soluzioni per l’intera popolazione, non solo per gli ospedali”, hanno concluso.
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