Sergio Mattarella, il retroscena: irritazione al Quirinale, Giuseppe Conte deve coinvolgere Matteo Salvini
Voleva “coinvolgimento, condivisione, concordia e unità d’intenti” per l’emergenza coronavirus. Lo aveva chiesto a gran voce lo scorso 5 marzo Sergio Mattarella. Si era rivolto a “tutti”, ergo al governo e all’opposizione e aveva parlato sia con Matteo Salvini sia con Giuseppe Conte. Al premier, scrive Marzio Breda, su il Corriere della Sera, durante la telefonata il presidente della Repubblica aveva ripetuto ciò che gli aveva raccomandato “fin dalle prime fasi dell’emergenza: le opposizioni vanno coinvolte nella gestione della crisi. Che è ciò su cui più recrimina, giocando fino alla spregiudicatezza, il fronte di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia”.
Una mediazione che ha poi portato all’invito di Conte ai leader del centrodestra per un incontro serale a Palazzo Chigi. Con la conseguenza di aver fatto ripartire così il “confronto politico, nella speranza che si concentri presto sull’ interesse del Paese” e “aver evitato una nuova sfilata dell’ opposizione al Quirinale, ciò che avrebbe rischiato di alimentare qualche ambiguità e delegittimare la linea di comando”.
Certamente, al Quirinale, continua Breda, “dove sono state condivise le misure prese finora, alcuni tentennamenti di troppo e qualche scelta comunicativa di Palazzo Chigi non devono esser piaciute granché. Ed è scontato che lo strumento del Dpcm per blindare completamente l’ Italia andrebbe irrobustito dall’ avallo di una cabina di regia riconosciuta e legittimata da tutti, e con un Parlamento non ridotto al silenzio”.