Espulso predicatore kosovaro: impartiva lezioni di jihadismo ai ragazzi
Espulso da Cremona il predicatore Naser Baftija, 39enne cittadino kosovaro ed esponente di spicco delle comunità islamiche balcaniche di Cremona e Mantova.
Il soggetto in questione, in Italia come rifugiato, era finito nel mirino degli inquirenti per aver esternato idee radicali durante le lezioni coraniche impartite a giovani musulmani. Alla fine di febbraio la Digos di Cremona – che ha operato con i Ros di Brescia – l’aveva condotto in un centro di permanenza a Caltanissetta perché gli era stato revocato lo stato di rifugiato e quindi anche il permesso di soggiorno. Baftija, è stato rimpatriato dalla frontiera aerea di Roma-Fiumicino ed è così diventato il 24esimo espulso dall’inizio dell’anno. In totale sono 387 le espulsioni eseguite dal 2015 ad oggi.
Durante le indagini è emerso un evidente legame ideologico con noti predicatori radicali filo-jihadisti balcanici. I suoi rapporti con elementi legati all’islamismo radicale e il suo attivismo, anche online, nel divulgare materiale di stampo estremista ha portato al suo allontanamento dal territorio nazionale in quanto ritenuto soggetto pericoloso per la sicurezza nazionale.
Baftija risultava già sotto sorveglianza a causa dei rapporti intrattenuti con Resim Kastrati, alias “Obeidullah”, ex frequentatore della moschea estremista di Motta Baluffi, sempre in provincia di Cremona e incriminato un anno fà dal tribunale di Pristina per aver fatto parte di una cellula jihadista che pianificava attentati in Francia, Belgio, Germania e Kosovo.
Kastrati, ex amministratore della pagina“Musulmani d’Italia”, era stato espulso dall’Italia il 19 gennaio 2015 perché ritenuto pericoloso per la sicurezza nazionale. Secondo il Viminale Kastrati era in grado di reperire documenti contraffatti e armi da fuoco di provenienza illecita pur di andare a combattere in Siria. Il kosovaro aveva esultato su Facebook dopo la strage a Charlie Hebdo e aveva manifestato la volontà di diventare kamikaze per tutelare l’onore del profeta. Kastrati aveva anche cercato di raggiungere la Siria tramite il siriano Tamer Chaddad, considerato un importante terminale per il reclutamento di jihadisti, ma il progetto era poi stato congelato per problemi di natura organizzativa e familiare. Ma non è tutto, perché Resim Kastrati nel 2013 aveva vissuto in un covo di rapinatori kosovari che avevano commesso una doppia rapina nei pressi di Cremona in un autogrill sull’autostrada A21. All’interno del covo della banda venivano trovati otto giovani kosovari clandestini oltre a refurtiva, droga, alcuni passamontagna e abiti usati durante la rapina. Kastrati aveva inoltre intrattenuto rapporti con Arjan Babaj, uno dei tre kosovari arrestati nel marzo 2017 con l’accusa di progettare un attentato a Venezia.
La provincia di Cremona si riconferma così zona calda per quanto riguarda la presenza di esponenti dell’estremismo islamista e del jihadismo, in particolare legato al contesto balcanico.
Fonte: Il Giornale