Il coronavirus di Biancalani: immigrati ammassati e mascherine di cartaforno (Foto e Video)
Pistoia, 20 mar – Don Biancalani non rinuncia il suo show nemmeno in tempo di coronavirus. Il parroco più immigrazionista d’Italia, famoso per aver trasformato la parrocchia in un campeggio per immigrati e aver sostituito il Salve Regina con Bella Ciao durante le “funzioni” – se ancora così si possono chiamare – domenicali, torna a far parlare di sé. Oggetto della polemica divampata in rete, una serie di foto e video che illustrano le modalità con cui il sacerdote e il suo allegro seguito di ragazzotti subsahariani stanno affrontando – sempre per modo di dire – la quarantena imposta dai decreti di contenimento del coronavirus.
Tutti assieme appassionatamente
Come di consuetudine, a Biancalani piace fare un po’ come gli pare, con quella malcelata arroganza di stampo immigrazionista per cui l’accoglienza e il “restare umani” di facciata si collocano al di sopra di ogni regola. Prendiamo ad esempio il video postato l’altro ieri dal parroco sulla sua pagina Facebook: gli ospiti della parrocchia di Vicofaro – nel video sembrano alcune decine – sono riuniti per una non meglio specificata “assemblea”. Non indossano protezioni di alcun tipo, molti di loro se ne stanno addossati ai muri senza rispettare la distanza di un metro, altri campeggiano sulle scale l’uno di fianco all’altro. Le misure precauzionali? Non pervenute, a Vicofaro il coronavirus non esiste, l’unica malattia che qui si combatte è il razzismo.
E che dire della produzione delle assolutamente inutili mascherine artigianali, fabbricate (sic) con “stoffa e carta da forno”, non a norma e completamente inadatte allo scopo protettivo. Ricordano un po’ quelle sequestrate a Foggia, prodotte con le coppe dei reggiseni. E’ tutto pienamente nello stile di Biancalani: raffazzonato, cialtronesco, fermamente convinto che lui e i suoi protetti, le leggi, possano tranquillamente aggirarle o scavalcarle. Viene anche da chiedersi che fine fanno quelle mascherine, dal momento che nei video condivisi dal prete nessuno le indossa.
Qualcuno, poi, dovrebbe dire al don che misurare la temperatura corporea agli immigrati due volte al giorno, è si utile, ma insufficiente: l’esercito di asintomatici del Covid, parimenti in grado di diffondere il contagio rispetto agli ammalati con sintomi, non manifesta febbre.
Alla situazione già descritta si aggiungono inoltre le ammissioni di Biancalani al quotidiano locale, riguardo agli immigrati suoi ospiti che “dormono l’uno accanto all’altro” e c’è un via vai continuo “con arrivi e partenze”. Insomma, a Vicofaro i residenti stanno in una botte di ferro.
Cristina Gauri