Erdogan blocca in Turchia 200mila mascherine destinate all’Italia. Altro ricatto?
Roma, 20 mar – Pagate e pronte alla consegna, ma ancora ferme alla dogana dell’aeroporto di Ankara. Così la Turchia sta bloccando circa 200mila mascherine Ffp2 ed Ffp3 destinate all’Italia per questi tremendi giorni di emergenza coronavirus. E dire che due aziende italiane che riforniscono i nostri ospedali ne hanno acquistate centinaia di migliaia da vari produttori esteri, molte delle quali arrivate tranquillamente a destinazione pur con qualche intoppo. In questo caso però il governo del “sultano” Erdogan continua a tenerle bloccate nella capitale turca.
Ennesimo ricatto del “sultano”?
Questo sta accadendo, ufficialmente, perché la Turchia ha deciso con un decreto governativo che dal 4 marzo l’esportazione di mascherine deve essere autorizzata dal ministero della Sanità. Evidentemente l’autorizzazione non c’è stata e come spiegato ieri dal Corriere della Sera l’ambasciata italiana da giorni sta cercando di risolvere questa problematica. Nel frattempo si susseguono varie dichiarazioni e fonti ministeriali che assicurano: a breve tutto si sbloccherà. Al momento però non si è sbloccato nulla e a prescindere dalla probabile, quanto auspicabile, svolta positiva è chiaro a tutti che siamo di fronte all’ennesimo vergognoso modus operandi della Turchia che continua a prenderci per i fondelli.
Il solito Erdogan
Della questione, stando sempre a quanto riportato dal Corriere, si sarebbe interessato anche il premier Giuseppe Conte in prima persona. Avrebbe telefonato a Erdogan e gli avrebbe chiesto di porre rimedio a questa incresciosa faccenda. Peccato che, al solito, il “sultano” abbia preso tempo. Non è improbabile insomma che il presidente turco pretenda qualcosa in cambio. Cosa esattamente non è dato sapere, ma il ricatto con lui è sempre dietro l’angolo. Non a caso la Ege Maske, ovvero la ditta che produce queste mascherine (ne produce circa un milione al giorno), ha fatto sapere di essere in grado di rifornire tutta Europa alzando la produzione in brevissimo tempo: fino 50 milioni di modelli ogni settimana.
Dunque basterebbero sette giorni per averne milioni anche in Italia, eppure in piena pandemia Erdogan tergiversa, blocca gli invii, e poi magari minaccia finché non ottiene un cospicuo obolo in cambio. Lo fa senza ritegno come di consueto, anche con le mascherine fondamentali ad affrontare un virus che ci sta mettendo in ginocchio.
Eugenio Palazzini