Così Berlino “manipola” i numeri di contagiati e morti
Questa sera, per la prima volta dall’inizio dell’emergenza coronavirus, la cancelliera Angela Merkel farà un discorso alla nazione per chiedere ai suoi concittadini il rispetto delle misure sanitarie disposte per fronteggiare la pandemia di Covid-19.
Secondo i dati ufficiali forniti da Berlino e dall’Istituto Robert Koch, l’ente responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive, il bilancio in Germania è di 12 vittime e 7.156 positivi accertati, di cui 2.105 in Renania settentrionale-Vestfalia, Secondo i dati ufficiali, i Länder più colpiti dalla pandemia dopo la Renania settentrionale-Vestfalia sono il Baden-Wuerttemberg e la Baviera, con rispettivamente 1.479 e 1.109 casi di contagio.
Le restrizioni adottate da Berlino
Stime al ribasso, secondo il quotidiano Handelsblatt, che cita i dati della facoltà di Medicina dell’Università John Hopkins di Baltimora, secondo il quale in Germania i casi positivi ammonterebbero a 8.604 e a 23 morti. Comunque sia, la Germania è ufficialmente entrata in modalità crisi: l’altro giorno, annunciando il piano varato dal governo tedesco d’intesa con i Länder per contrastare la diffusione del coronavirus, Angela Merkel ha sottolineato che le misure messe in campo da Berlino “non ci sono mai state in Germania”. Un piano all’italiana che prevede “restrizioni forti” ai movimenti nel Paese e la chiusura di quasi tutti i negozi, con l’eccezione degli alimentari, delle banche e di altri servizi essenziali oltre al divieto “di viaggiare dentro e fuori il Paese”. Misure adottate dopo che le autorità sanitarie tedesche hanno modificato ad “alto” il livello di rischio rappresentato dall’epidemia di coronavirus.
La verità sui numeri del contagio
Il punto è che Berlino sui numeri del contagio non la dice tutta, se pensiamo anche al divario incredibile fra Germania e Italia sulle persone decedute: 12 (o 23, a seconda della fonte) a 2500. Perché? Come riporta Libero, che cita il quotidiano berlinese Tagesspiegel, la risposta è molto semplice: in Italia chi perde la vita a causa del Covid-19, viene inserito nella lista dei decessi per la pandemia. In Germania, al contrario, se il malato aveva già una malattie pregresse, non viene conteggiato. Stesso discorso sui tamponi: in Germania ci sono “solo” 7.156 positivi accertati? Se l’Italia non ha adottato la misura dei tamponi a tappeto come in Corea del Sud, nel Paese tedesco, complice anche la scarsa trasparenza dei Länder, farsi fare un tampone è opera ancora più difficile e ardua.
Esempio concreto, il caso di Florian M., noleggiatore di materiale da sci ad Hannover citato proprio da Libero. Due settimane fa Florian, i cui clienti vanno e vengono dalle piste da sci italiane, accusa tosse, raffreddore e mal di gola. Chiama il medico e per timore di essere stato contagiato da uno dei suoi clienti chiede il tampone. La richiesta viene però respinta, anche dopo essersi rivolto a ben quattro ospedali diversi. Il tampone viene fatto solo in presenza di sintomi gravi o dopo essere stato in contatto con una persona risultata positiva. Pertanto i contagiati in Germania di Covid-19 potrebbero essere molti di più.
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